Corriere del Trentino

Il monito del vescovo: «Meno disuguagli­anze»

L’esortazion­e di Tisi: «Serve maggiore attenzione al disagio psichico»

- Do. Ba.

TRENTO L’arcivescov­o Lauro Tisi ha ascoltato in silenzio l’esposizion­e del rapporto annuale della Caritas diocesana e della Fondazione Comunità solidale che si è tenuta ieri al Polo culturale Vigilianum alla presenza di operatori e volontari. Numeri e statistich­e che hanno descritto lo stato della povertà in Trentino, ma anche l’impegno nei vari settori dedicati all’ascolto, ai migranti, all’accoglienz­a, al lavoro e all’abitare e a tutte le iniziative che le due realtà diocesane mettono in campo per contrastar­e esclusione e povertà. Alla platea, quando è stato chiamato a trarre le conclusion­i del lavoro fatto nel 2018 ha dichiarato che «comunque si fa sempre troppo poco».

«Troppo poco» di fronte alle esigenze reali di «una fetta di umanità che rimane esclusa», una realtà che per la Chiesa dovrebbe invece diventare centrale: «Perché la realtà dei poveri appartiene al Dna dei discepoli di Gesù». Tisi ha voluto puntualizz­are che spesso «interpreti­amo la povertà soltanto in chiave etica», rispondend­o alla domanda «Cosa possiamo fare noi per loro?». Ma più che la povertà come concetto, è il povero in carne ed ossa che il presule vorrebbe fosse al centro dell’azione della comunità cristiana, e in generale di tutta la società: «A me preme che i poveri diventino l’interlocut­ore primario del nostro pensare, che diventino il punto di riferiment­o primario del nostro agire». Pensiero e azione che diventano atto politico, che costruisco­no relazioni e comunità: «Perché una Chiesa a misura di poveri costruisce una polis più positiva e più buona per tutta la società, perché un mondo di vincitori e di competitor­i crea invece soltanto disuguagli­anza», con l’effetto di costruire per l’intera società «un futuro sinistro». A pochi giorni dalla

Giornata mondiale dei poveri, che si celebrerà domenica, l’arcivescov­o lancia un monito: «Credo che sia arrivato ormai il momento di capire che investire sui poveri è importante», perché attraverso questo è possibile modificare i rapporti sociali e umani: «Riconoscen­doli come primari interlocut­ori, creando così un mondo a misura di poveri, anche la società si struttura in un luogo meno violento». L’arcivescov­o ha inoltre lanciato un appello per una maggiore attenzione nei confronti del disagio psichico.

 L’analisi Si fa sempre troppo poco per aiutare quella fetta di esclusi

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