Aspetta il fratello in pieno centro, poi lo accoltella
Borgo, alla base della lite una situazione familiare difficile Teddy Cipriani è stato arrestato. Vittima salvata dal cappotto
Ci sarebbe una situazione familiare difficile alla base della lite scoppiata ieri a Borgo Valsugana e che ha portato all’arresto di Teddy Cipriani con l’accusa di tentato omicidio: ha sferrato una coltellata alla gola del fratello Fulvio.
TRENTO Voleva ucciderlo, voleva mettere una pietra su quel rapporto difficile che li aveva deteriorati, distrutti. La rabbia, i rancori, le denunce e quell’odio che negli anni è cresciuto, giorno dopo giorno. Una convivenza diventata impossibile. Fulvio Cipriani, 53 anni, ex insegnante, disperato, aveva lasciato quella casa a Borgo Valsugana dove era cresciuto. Si era trasferito fuori provincia, ma questo non è bastato. Borgo, il suo paese, in fondo non l’ha mai lasciato davvero. E ieri era di nuovo in Valsugana, ha visto il fratello Teddy. È scoppiata una nuova lite, ma questa volta Teddy Cipriani, 55 anni, era armato. Ha afferrato un coltello e ha inferto un colpo.
Teddy ha aspettato che il fratello si incamminasse lungo corso Ausugum, in pieno centro, dove sapeva probabilmente che sarebbe passato. Era lì ad attenderlo con un coltello da caccia stretto in mano. Poi, quando è arrivato alla parte est della via, gli ha sferrato una coltellata alla gola con l’intenzione di ucciderlo. Ma per fortuna Fulvio indossava un cappotto con collo alto: un indumento che ha attutito il colpo inferto dal fratello. Sentendo le urla di dolore provenire dalla strada, alcuni passanti hanno allertato la centrale unica di emergenza. Poco dopo è arrivata la chiamata ai carabinieri. Quando è arrivata la pattuglia, Fulvio Cipriani era immobilizzato su una barella, pronto a essere trasportato in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale di Borgo. Lì vicino, a terra sul ciottolato, c’era un coltello da caccia a semiluna con una lama di dieci centimetri. I dubbi sulla dinamica sono stati poi sciolti del tutto dal racconto di un paio di testimoni, che hanno assistito alla scena terribile. Non appena è arrivato il fratello, Teddy si sarebbe scagliato subito contro di lui, sferrandogli una coltellata.
Appresa la prima ricostruzione, sono partite immediatamente le ricerche dell’uomo da parte delle forze dell’ordine. Dopo una ventina di minuti il cinquantenne è stato raggiunto dai carabinieri nelle vicinanze della sua abitazione, nell’intento di ripararsi tra le mura domestiche. Portato in caserma, l’uomo ha confessato di aver colpito intenzionalmente il fratello a seguito di un dissidio. È stato quindi arrestato per tentato omicidio e trasferito alla casa circondariale di Spini di Gardolo, in attesa che si pronunci l’autorità giudiziaria. Il fratello, fortunatamente, se la caverà con una prognosi di soli dieci giorni. Il collo del giaccone e del maglione, che portava addosso, ha evitato che il coltello penetrasse più a fondo, procurando così al cinquantacinquenne soltanto una ferita superficiale alla gola.
Il dramma familiare che si è consumato ieri ha però radici lontane. Gli insulti, le minacce, le liti, spesso violente erano diventate la quotidianità per l’ex insegnante. I problemi di salute lo avevano costretto a lasciare il lavoro e poi rivolgersi al giudice, attraverso il suo avvocato Martina Gaiardo, per ottenere gli alimenti, un aiuto da parte dei familiari necessario per vivere. Ma loro si erano opposti con fermezza, perché per Teddy il fratello era diventato un peso insopportabile. Non una questione economica, dietro ci sarebbe stato molto altro. Quel rapporto fragile e difficile tra fratelli e con il padre era peggiorato nel tempo soprattutto alla morte della mamma, circa tre anni fa. I carabinieri stanno cercando di ricostruire i contorni del dramma familiare e capire cosa abbia armato ieri la mano di Teddy. Forse, l’odio e la rabbia hanno preso il sopravvento. Mercoledì si era tenuta un udienza in Tribunale, poi c’era stato il procedimento di sospensione della patente notificato dalla questura circa un mese fa. Teddy ha perso la testa. In paese tutti sapevano che un giorno sarebbe successo, lo temevano. Sembra che i rapporti tra i due fratelli fossero deteriorati da moltissimi anni. Entrambi vivevano nella casa familiare, Teddy aveva un appartamento al piano superiore insieme alla sua famiglia, mentre Fulvio abitava nell’abitazione sotto con il padre. Ma anche con lui i rapporti non erano mai stati sereni. I familiari l’avrebbero aggredito in più occasioni. Si parla di denunce per maltrattamenti, insulti e minacce quotidiane. A febbraio è stata fissata un’udienza per stalking nei confronti del fratello Fulvio a carico di Teddy e del padre. Gli avvocati Martina Gaiardo e Andrea Stefenelli, che difende il cinquantacinquenne nel procedimento per stalking, hanno tentato più volte di ricomporre la famiglia. Purtroppo inutilmente.