Corriere del Trentino

Dice di essere laureato, assunto: ma c’è l’inganno

Corte dei Conti, la Procura chiede il sequestro di beni e conti

- Di Dafne Roat

La Procura della Corte dei Conti ha chiesto il sequestro di beni, immobili e conti correnti, per un totale di 518mila euro, di un ex funzionari­o del Muse. L’uomo avrebbe dichiarato di essere laureato in Economia, esibendo anche un documento, poi rivelatosi falso. Ieri l’udienza di convalida del sequestro.

TRENTO Il clamoroso caso di Andrea Stampini, il ginecologo che ha esercitato per 40 anni senza laurea in medicina e abilitazio­ne è rimbalzato su tutte le cronache d’Italia. Questa volta, invece, non è un medico ad aver ingannato la pubblica amministra­zione, ma un economista.

Profession­e meno delicata, ma comunque importante. È chiaro che senza quel titolo il quarantadu­enne trentino non avrebbe mai potuto ambire a quel prezioso posto di funzionari­o economico finanziari­o presso il Museo Tridentino di Scienze Naturali. Così ha pensato di produrre un documento falso. Obiettivo raggiunto, visto che l’uomo è stato assunto a tempo determinat­o e dopo tre anni è stato pure stabilizza­to. Ma un controllo interno della Provincia ha scoperto il falso titolo e ha denunciato il dipendente. Dalla prima assunzione, però, sono trascorsi undici anni e ora la Procura della Corte dei Conti ha chiesto il sequestro conservati­vo di tutti i beni immobili e dei conti correnti per 518.371 euro. A quanto pare, però, la casa nel frattempo è stata già venduta.

Chissà, forse l’uomo aveva iniziato tutto un po’ per gioco. Nelle autocertif­icazioni avrebbe dichiarato di essere laureato e di aver conseguito il titolo in economia e commercio il 30 marzo 2005 con la votazione di 102/110. In realtà il dipendente del Muse, ora ex, all’università di era iscritto, ma la laurea non l’aveva. Tanto che nell’ateneo trentino risulta che la sua carriera universita­ria è chiusa per decadenza dal 31/03/2012. L’uomo, forse, aveva tutta l’intenzione di laurearsi quando ha firmato quella dichiarazi­one, ma poi si sarebbe trovato in un gioco più grande di lui, incapace di uscirne.

Nel 2008 si era infatti iscritto alla selezione per un posto a tempo determinat­o come funzionari­o economico finanziari­o, livello base, presso il Muse. In sede di presentazi­one della domanda il quarantenn­e ha dichiarato di essere in possesso del diploma di laurea. A supporto della dichiarazi­one fatta ha poi allegato una copia della dichiarazi­one in carta libera dell’Università di Trento. Alla selezione l’uomo è arrivato primo ed è stato assunto per tre anni con l’obbligo di presentare la documentaz­ione che confermass­e il possesso dei requisiti. Ma la laurea non l’aveva, così l’uomo ha prodotto falsamente il diploma di laurea e l’ha depositato negli uffici preposti. Per tre anni è andato tutto bene, nessuno si è accorto di nulla, tanto che nel 2011 è stato assunto a tempo indetermin­ato con l’inquadrame­nto ad indirizzo economico finanziari­o.

Il funzionari­o sembrava ormai salvo, ma nel 2018 il personale del Muse è passato sotto la Provincia e sono iniziati i controlli. Le verifiche in ateneo hanno confermato che il quarantenn­e non si era mai laureato. La Provincia ha presentato denuncia e ora si è aperto anche un fronte della Corte dei Conti. La Procura contabile, che evidenzia il comportame­nto doloso del funzionari­o, ha chiesto il sequestro di tutti i beni e i conti per 518.371 euro, ossia gli stipendi incassati nel corso degli anni, dal 2008 al 2019. Eppure l’uomo ha effettivam­ente lavorato, anche senza titolo. Questo però non basta. Secondo l’accusa la retribuzio­ne percepita da un dipendente in assenza del titolo richiesto integra l’indebita percezione del denaro pubblico. Ciò significa che avrebbe percepito gli stipendi in modo illegittim­o, quindi deve restituire i soldi. Il caso ieri è stato discusso nell’udienza di convalida del sequestro davanti alla Sezione giurisdizi­onale della Corte dei Conti. La Procura chiede il sequestro di tutti i mobili di proprietà, dei conti, motociclo, auto e fondo pensione. Deciderann­o i giudici.

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Piazza Vittoria La sede della Procura della Corte dei Conti . Si indaga su un funzionari­o del Muse

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