Seconde case, stop dei Comuni ai «furbetti» della residenza
Sotto la lente i consumi di energia e gli svuotamenti dei rifiuti. L’assessore Tonina: «I sindaci vigilino»
«I controlli non sono semplici. Abbiamo provato a incrociare i dati sui consumi e sugli svuotamenti per l’immondizia, ma sono stati contestati. Il problema è che non puoi negare la residenza, sei obbligarlo a concederla e poi devi controllare». C’è una punta di rammarico nelle parole del sindaco di Lavarone Isacco Corradi. «Sappiamo che ci sono 15-20 residenze che potrebbero essere fittizie e su cui stiamo lavorando, da tempo abbiamo messo in campo controlli puntuali, ma la legge è lacunosa».
C’è il padovano che sulla carta vive a Lavarone, ma in realtà lavora in Veneto, poi c’è il professionista lombardo che ama il Trentino tanto da sceglierlo come prima residenza, peccato che ci viene solo nei mesi estivi e invernali. Arrivano un po’ da tutta Italia i furbetti della residenza. Basta poco. Se fai bene i conti non è neppure difficile. Le tessere socio Coop, le iscrizioni alle associazioni locali sono di aiuto, un sorta di «carta d’identità» per confermare che sei trentino doc, o almeno di adozione, poi basta fare bene i conti e scegliere il periodo ideale per presentare richiesta. Le chiamano le residenze agostane. La procedura infatti prevede un lasso di tempo di 30-40 giorni dopo la richiesta di residenza per le verifiche di rito, poi viene concessa. Così la maggior parte dei furbetti della residenza presentano la richiesta a luglio, si prendono uno o due mesi di ferie e il gioco è fatto.
Ma i Comuni, che da anni combattono contro i furbetti della residenza, sono pronti a un ulteriore giro di vite. Ma si scontrano spesso con una normativa zoppicante e carenze di personale. «La norma è lacunosa — commenta Corradi — ed è complicato anche con la legge Gilmozzi, che è stata pensata per limitare le specuUno lazioni, perché i controlli li fai dopo e quindi la casa è già stata costruita».
È un problema antico. Nel 2005 l’allora ex assessore all’urbanistica Mauro Gilmozzi aveva tentato di arginare il problema con una legge ad hoc. degli obiettivi era quello di impedire lo spopola mento dei centri montani e dei territori a maggiore vocazione turistica. Le sanzioni ci sono (chi sgarra paga 15.000 euro), ma i controlli competono ai Comuni. «Che sono spesso alle prese con poco per sonale», commenta il neo sindaco di Folgaria, Michael Rech. «Noi abbiamo in servizio un vigile e mezzo, spesso non ci sono le risorse per effettuare i controlli. Adesso stiamo progettando di unire i corpi di polizia locale. Rovereto è giù un unico corpo con Vallagaria e si potrebbe pensare a un modo per far rientrare anche Folgaria. Il problema — continua — nasce anche da come si gestiscono le licenze edilizie e le autorizzazioni a costruire, non si può pensare di chiudere un occhio. L’ufficio tecnico ha sempre fatto terrorismo in questo senso e comunque faremo controlli puntuali».
In aiuto al Comune di Madonna di Campiglio, uno dei paesi a maggior vocazione turistica, sono arrivati i carabinieri che hanno effettuato accertamenti. «In passato quello delle residenze fittizie erta un grandissimo problema, oggi si sente un po’ meno, grazie ai controlli puntuali messi in campo — commenta il sindaco Michele Cereghini —. I carabinieri insieme all’ufficio tecnico hanno fatto un grandissimo lavoro, tanto che la popolazione del Comune da 2014 al 2019 è diminuita di cento unità. Noi agiamo su segnalazione, molti ci provano anche per ottenere benefici fiscali e non pagare l’Imis come seconda casa. I controlli incrociati sono complessi, ma grazie al lavoro fatto ne abbiamo scovati diversi».
Alcuni di loro sono finiti a processo, altri hanno scelto di pagare il decreto penale di condanna. Poi c’è chi si inge
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Corradi
Abbiamo attivato controlli puntuali, ma la legge è lacunosa
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Rech
Il problema è anche come si gestiscono le licenze edilizie
gna e compra una casa in montagna, finge di risiedere nel paese, e poi realizza un appartamento «abusivo» per poterlo affittare. È accaduto a Moena. «Purtroppo gli uffici non sono al pieno delle forze, il personale manca, ma i controlli i facciamo. Siamo costretti, però, a limitarci alle segnalazioni», spiega con un po’ di rammarico Edoardo Felicetti, sindaco di Moena. «Cerchiamo di fare al meglio ad esempio stiamo verificando un caso un po’ particolare. Un signore di fuori provincia ha acquistato un appartamento e poi l’ha diviso artificiosamente per poter ricavare un secondo appartamento da affittare». Ma non potrebbe farlo. «Appunto, stiamo effettuando le verifiche. Talvolta le case vengono intestate alle mogli come prima casa, ma in realtà tutta la famiglia vive altrove». «I casi ci sono, ma non è un’emergenza», rassicura l’assessore provinciale all’urbanistica Mario Tonina. «Bene i controlli, sono contento che i Comuni li stiano facendo. Sono doverosi. La legge Gilmozzi prevede delle sanzioni pesanti per le residenze fittizie, sono previste multe di 15.000 euro e sono reiterabili. Ciò significa che se dopo un primo controllo torno e la nuova verifica conferma l’irregolarità, può essere applicata un’altra sanzione. Le multe reiterate pesano... forse è meglio pagare l’Imis». Molti, però, ci provano. «Il problema dopo la legge Gilmozzi è venuto meno, ma i Comuni devono continuare a verificare, hanno gli strumenti per farlo».