«Il bimbo autistico è rumoroso» Mamma nel mirino
TRENTO Un bimbo che soffre di un disturbo dello spettro autistico per una mamma è un universo. Grande e complesso, con tante sfaccettature. E per questo sentirsi «bacchettare» dai condomini per «i rumori molesti» che vengono dal suo appartamento equivale a uno schiaffo in pieno viso.
La storia di Elena (il nome è di fantasia) è vera ed è successa in un paese del Trentino. La mamma vive in affitto al primo piano di un condominio. Qualche giorno fa le è stata recapitata una raccomandata «in cui — racconta raggiunta al telefono — mi viene chiesto di pagare 38 euro come rimborso della lettera di ammonimento per i rumori molesti e mi viene chiesto di risolvere il problema per evitare che si ricorra alle vie legali». Ma il «problema» si chiama Marco, è un bimbo che soffre di un disturbo dello spettro autistico, e i rumori sono «i suoi vocalizzi o quando fa dei saltelli ripetuti. Per un periodo si era anche innamorato dell’ascensore e voleva continuamente vedere chiudersi e aprirsi le porte». A sollevare la questione, «un anno fa, la persona che abita sopra di me. Io vivo al piano terra ma essendo la casa vecchia può essere che i rumori si diffondano. Mi disse che non poteva riposare. Lui fa i turni, ma io questo “problema” non lo posso risolvere, non posso legare mio figlio. E ci tengo a precisarlo i miei bimbi dormono tutta la notte, non disturbano e rispettiamo gli orari condominali del riposo». Certo, se le situazioni non si vivono è difficile giudicare, anche solo raccontare. Nel rispetto di tutti però forse degli incontri con esperti avrebbero aiutato a affrontare il tema. Ma non è andata così. Nel corso di un’assemblea condominale «cui non sono stata invitata nonostante sia stato affrontato il tema che mi riguardava, hanno deciso di farmi pagare 38 euro ». E anche il proprietario dell’abitazione di fronte alla richiesta di aiuto di Elena ha alzato le braccia: «Ti capisco, mi ha detto, umanamente. Ma mi ha anche riferito di avere difficoltà economiche e di aver bisogno dell’appartamento per sé o sua sorella. Consigliandomi così di cercarmi altro».
La notizia, postata su facebook, ha sollevato lo sdegno del popolo dei social: più di 100 messaggi di condanna dei condomini e di solidarietà sono stati recapitati alla mamma di Marco e dei suoi due fratelli. La società che amministra il condominio però si difende: «Abbiamo affidato tutto ad un legale. Sono tre anni — spiegano — che le viene chiesto gentilmente di risolvere il problema. Ma non c’è stato alcun riscontro. E i 38 euro che le sono stati chiesti sono il rimborso per le dieci lettere che le sono state inviate nel corso del tempo».
La madre
Mi sono stati chiesti 38 euro per l’ammonimento Mio figlio saltella, ma non posso fare nulla