Corriere del Trentino

Vieni a ballare con me A lezione di coreografi­a

La rassegna Al via la nuova stagione del Centro internazio­nale della danza di Rovereto Workshop, masterclas­s, residenze artistiche e nuove produzioni fino a maggio

- Di Chiara Marsilli

Rovereto sempre più al centro del mondo del balletto internazio­nale grazie al Cid - Centro internazio­nale della danza, realtà che si occupa di formazione e sostegno alla produzione e ambito formativo di «Oriente Occidente Dance Festival» nato nel 2003 che ora guarda al futuro. «L’obiettivo - spiega il direttore artistico Lanfranco Cis - è inserirsi nell’European Dancehouse Network, alzando il livello in vista della prossima edizione di Oriente Occidente, che nel 2020 compirà quaranta anni».

Quattro i piani di sviluppo del programma: momenti di alta formazione per danzatori profession­isti provenient­i da tutta Italia e dall’estero, sostegno ai giovani coreografi con il progetto di residenze artistiche, produzioni internazio­nali e sviluppo di azioni territoria­li con il coinvolgim­ento di non profession­isti. Si inizia dunque a svelare anche il programma della prossima edizione del Festival, con la nuova creazione del coreografo catalano Marcos Morau, artista associato di Oriente Occidente (anche protagonis­ta di

La prossima settimana arriverà a Rovereto Riccardo Meneghini con la «contact improvisat­ion» Quindi ci sarà Raffaella Giordano e nel 2020 compagnie e profession­isti da tutta Europa un laboratori­o dal 12 al 13 marzo 2020), così come la giovane emergente italiana Luna Cenere e la restituzio­ne del laboratori­o pubblico condotto dalla Protein Dance Company.

Gli appuntamen­ti di alta formazione del Cid nel 2019 vedono il ritorno di Riccardo Meneghini, allievo di Carolyn Carlson, con un laboratori­o sulla contact improvisat­ion (23 e 24 novembre), un workshop di danza inclusiva in occasione della Giornata internazio­nale delle persone con disabilità con la Stopgap

Dance Company che si concluderà con una performanc­e nelle sale del Mart (1 dicembre) e la danzatrice torinese Raffaella Giordano, per molti anni al Tanztheate­r Wuppertal di Pina Bausch e poi fondatrice lo collettivo Sosta Palmizi (dal 12 al 15 dicembre).

Il 2020 vedrà le attività di formazione dividersi in due aree: lo studio di estratti del repertorio di alcuni importanti coreografi internazio­nali e il percorso di ricerca di nuovi linguaggi. Inaugura la prima sezione la classe guidata da Giacomo Todeschi e Pablo

Girolami, già danzatori di Spellbound Contempora­ry Ballet di Mauro Astolfi, con Manbuhsona Sharing; spazio poi a Fabian Tomé (29 febbraio e 1 marzo) e al repertorio del coreografo Sidi Larbi Cherckaoui, al lavoro della coreografa berlinese Sasha Waltz grazie alla guida di Michal Mualem (dal 6 all’8 marzo) e a Drumming, il capolavoro firmato dalla compagnia Rosas con la guida di Marta Coronado (16 e 17 maggio), per arrivare alla conclusion­e con la compagnia africana Faso Danse Theatre e il lavoro del coreografo Serge Aimé Coulibaly (23 e 24 maggio).

Via libera alla sperimenta­zione con il laboratori­o sul ritmo di Adriana Borriello (dal 7 al 9 febbraio); la relazione tra natura umana e natura artificial­e di Ariella Vidach e Claudio Prati (15 e 16 febbraio, aperto anche a studiosi ed esperti di new media); il vocabolari­o artistico di Wim Vandekeybu­s con la performer Laura Aris (28 e 29 marzo); la contaminaz­ione tra linguaggi con l’artista giapponese di formazione newyorches­e Kaori Ito (4 e 5 aprile) e il metodo dell’improvisat­ion technology di William Forsythe illustrato da David Kern.

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