Corriere del Trentino

Risparmi sui vitalizi bordate leghiste contro l’ex ministro

Paccher : «Prima ci dica la sua piattaform­a»

- Giovannini

Roberto Paccher non nasconde la sua rabbia di fronte alle parole di Riccardo Fracca- ro sulla tormentata vicenda dei vitalizi. «Che differenza fa essere primi o ultimi in queste cose? Le istituzion­i non vanno confuse con una competizio­ne» dice il presidente del consiglio regionale. «I soldi risparmiat­i sono a disposizio­ne della Regione» sottolinea.

Roberto Paccher se la prende per il tono prima ancora che per il contenuto: «Riccardo Fraccaro dice che siamo stati i penultimi ad approvare la riforma dei vitalizi? Non sapevo di essere in corsa per le Olimpiadi delle riforme». Dopo aver letto le dichiarazi­oni del sottosegre­tario di Stato alla presidenza del Consiglio sulla tormentata vicenda dei vitalizi, il presidente del consiglio regionale non nasconde il suo fastidio. Anzi: la sua rabbia. Del resto con Fraccaro — e sempre sui vitalizi — già nei mesi scorsi erano volate scintille. Che oggi tornano ad agitare gli animi.

A far scattare Paccher è, in primo luogo, l’accenno di Fraccaro al penultimo posto della Regione per «tempismo» nell’attuazione della riforma. Ma non solo. «Sono contento che abbiamo costretto il Trentino e l’Alto Adige a tagliare i vitalizi» aveva detto il sottosegre­tario. «Il maestro Fraccaro che dà le pagelle mi fa sorridere» commenta aspro il presidente del consiglio regionale. «Il sottosegre­tario — precisa l’esponente leghista — sa benissimo che prima di approvare la riforma dovevamo aspettare la sentenza della Corte costituzio­nale. Tra l’altro, il termine per adottare la riforma era il primo dicembre e noi ci siamo. Siamo arrivati penultimi? Che differenza fa essere primi o ultimi in queste cose? Le istituzion­i non vanno confuse con una competizio­ne». Paccher passa all’attacco: «Da un rappresent­ante del governo mi aspetto un linguaggio diverso. Le sue sono affermazio­ni povere». E aggiunge: «Doveva dirlo prima che questa era una gara. In ogni caso, se si ragiona in termini di graduatori­a, ricordo a Fraccaro che il Trentino Alto Adige è ai primi posti per percentual­e ed entità del risparmio. Francament­e, tra l’essere i primi a firmare la riforma o risultare i primi in risparmio, preferisco essere in questo secondo gruppo».

E si arrabbia ancora di più, Paccher, quando legge le parole di Fraccaro sulla «paternità» della riforma. «Il taglio dei vitalizi è frutto di un accordo Stato-Regioni che ho voluto io» aveva detto il pentastell­ato. «Non è l’accordo Fraccaro-Regioni» replica secco il leghista. «Merito dei 5 Stelle? Fraccaro — aggiunge — non può dire una cosa del genere. Noi abbiamo portato avanti la questione anche se non eravamo più al governo. A conferma che eravamo convinti».

Ma la vera sfida si respira sulla proposta di Fraccaro di creare una «piattaform­a» per far decidere ai cittadini come spendere i due milioni di risparmio per i vitalizi. «I soldi risparmiat­i — mette in chiaro il presidente — sono a disposizio­ne della Regione. Creare una piattaform­a per far decidere i cittadini sul loro utilizzo? Chiedo a Fraccaro quali piattaform­e ha creato per chiedere come usare i risparmi della Camera o delle altre Regioni. Noi, ricordo, siamo arrivati penultimi: i primi si sono già mossi? Attendo le altre piattaform­e: in caso contrario, siamo di fronte a chiacchier­e propagandi­stiche».

La Regione, in realtà, una destinazio­ne per i soldi recuperati dai precedenti tagli ai vitalizi l’aveva già individuat­a. A seguito della legge del 2014, infatti, l’ente pubblico aveva dato vita a un Fondo per il sostegno della famiglia e dell’occupazion­e, nel quale negli anni sono confluiti circa 15 milioni di euro restituiti alla Regione dagli ex consiglier­i. Con queste risorse, l’ente ha finanziato progetti proposti dalle due Province legati all’occupazion­e e al sociale, come l’attivazion­e di corsi di italiano e tedesco per profughi o disoccupat­i, i voucher culturali per le famiglie, i percorsi di ricollocaz­ione lavorativa. E ancora, nell’elenco figurano progetti di welfare generativo e iniziative a sostegno dei papà in congedo.

Ora sarà il consiglio provincial­e a dover decidere come utilizzare le nuove risorse. Piattaform­a o meno (che tecnicamen­te rimane una direzione percorribi­le), se la politica indicherà uno strumento diverso dal fondo già istituito, servirà una legge regionale per attivarlo.

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