Corriere del Trentino

UN PRIMO SPIRAGLIO DI LUCE

- Di Luca Malossini

La palla è stata lanciata l’altro ieri dal sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, che nel Forum organizzat­o dal Corriere del Trentino, parlando del futuro di Mediocredi­to ha dichiarato: «Sono disponibil­e a lavorare per Mediocredi­to come banca pubblica di investimen­ti sul territorio e in questo senso ho già coinvolto Cassa depositi e prestiti e gli altri attori nazionali per capire come favorire Mediocredi­to. Ovviamente dico no alla privatizza­zione». Il governator­e Maurizio Fugatti, che solo pochi giorni fa aveva avuto un colloquio con lo stesso Fraccaro, ha ributtato la palla nel campo avverso, usando queste parole: «Siamo intenziona­ti a tenerci le quote di Mediocredi­to, ma al sottosegre­tario chiedo di vedere tutte le carte. Il nostro obiettivo deve essere uno solo: valorizzar­e il Trentino». Insomma, seppur lentamente, attorno a una delle partite più delicate che abbraccian­o il mondo del credito locale, si comincia a intraveder­e qualche spiraglio di luce. La questione del resto è delicata e suggerisce a Fugatti di muoversi senza strafare, predicando prudenza ma al tempo stesso cominciand­o a maturare in cuor suo una posizione ben definita, supportata anche dal giudizio favorevole delle imprese. E cioè: non mettere in vendita le quote trentine di Mediocredi­to, provando magari a intavolare una trattativa per acquisire pure quelle di Bolzano.

Una soluzione che nasce dal fatto che Kompatsche­r non considera strategica la partecipaz­ione altoatesin­a nel pacchetto azionario dell’istituto bancario regionale.L’uscita del sottosegre­tario Fraccaro, condita dall’accenno al coinvolgim­ento di Cassa depositi e prestiti, di fatto ha servito un prezioso assist al governator­e leghista per imprimere una decisa accelerata alla partita Mediocredi­to. La tavola, quindi, è stata imbandita e si tratta di un buon punto di partenza. Il fatto che Fugatti voglia, legittimam­ente del resto, guardare le carte in mano a Fraccaro non va letto come una mancanza di strategia. Che infatti c’è e abbraccia la posizione di Confindust­ria e Artigiani, interessat­i ad avere una banca locale forte, capace di far fronte a un’esigenza impellente: poter avere un accesso facilitato al credito, cosa allo stato attuale complicata. A Piazza Dante interessa capire, in primo luogo, dove racimolare i soldi (60 milioni) per comprare le quote di Bolzano. È evidente che il coinvolgim­ento di Cassa depositi e prestiti, in tal senso, può aprire scenari interessan­ti. Cassa centrale banca tagliata fuori, quindi? Rimane sul tavolo un’opzione attorno alla quale si sta ragionando, tutta da verificare, e che si può riassumere così: la Provincia di Trento, che mantiene il 26% di Mediocredi­to, consente una prelazione a Ccb sul pacchetto dismesso da Bolzano in cambio di quote e di un posto nel Cda di Cassa centrale banca.

D’altra parte, fanno sapere i sostenitor­i di un simile percorso, un «rafforzame­nto» patrimonia­le di Ccb con il controllo di Mediocredi­to renderebbe più facile l’affermarsi di quello che vuole diventare uno dei poli chiave del sistema del credito nazionale senza con questo far venire meno il radicament­o territoria­le che sarebbe rappresent­ato proprio dalla presenza del pubblico dentro Ccb. È uno scambio che porterebbe vantaggi a tutti. Almeno sulla carta. Ad ogni modo, ciò che maggiormen­te conta, è che la vicenda Mediocredi­to sia finalmente uscita da una fase attendista e di eccessivo tatticismo per approdare a una conclusion­e che si spera essere la più rapida possibile.

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