Aborti, l’Asl ingaggia medici esterni
Contratto con un ginecologo privato. Tait: servizio garantito
Non ci sono medici sufficienti per compiere interruzioni programmate di gravidanza e così l’Azienda sanitaria altoatesina deve ricorrere a un medico esterno. Lo motiva una delibera dell’Asl.
BOLZANO Non ci sono medici sufficienti per compiere interruzioni programmate di gravidanza e così l’Azienda sanitaria altoatesina deve ricorrere a un medico esterno. Questo è quanto risulta dalla delibera di martedì dell’Asl, dove è riportato che sarà il dottor Maurizio Avi a occuparsi dei casi di aborto presso l’Ospedale di Bolzano.
L’accordo contrattuale prevede un periodo di collaborazione della durata di un anno, da gennaio a dicembre 2020. Ma non è la prima volta che l’Ospedale di Bolzano ricorre a medici esterni per garantire la possibilità di abortire volontariamente. «Si tratta di un servizio che abbiamo sempre garantito — afferma il direttore del comprensorio Umberto Tait — e la collaborazione con Avi non è affatto nuova, ma era già stata avviata diversi anni fa. Questa delibera rappresenta pertanto soltanto un rinnovo del contratto». All’interno della struttura, prosegue, «il numero dei medici obiettori è di fatto rimasto invariato, e non può dunque influenzare negativamente la garanzia dell’assistenza per le donne che vogliono abortire».
Al momento dunque non ci sarebbe alcuna criticità nell’erogazione del servizio, ma i dati sembrano contrastare questa certezza: la provincia di Bolzano, infatti, detiene uno dei numeri più alti in Italia di medici obiettori, ossia l’85% del totale. Inoltre, stando a quanto riportato dall’Astat, nel 2018 all’interno delle strutture sanitarie della provincia sono stati praticati 524 interventi di aborto volontari, con un incremento dell’1,6% rispetto all’anno precedente. Il carico di lavoro è aumentato, ma il personale è rimasto lo stesso: finora non si sono riscontrati problemi, ma in futuro?
Anche nel resto d’Italia la percentuale di medici obiettori è piuttosto alta, e viene da chiedersi se gli enti ospedalieri possano effettivamente garantire il servizio e la presenza di un numero di medici non obiettori sufficienti, come richiede l’articolo 9 della legge 194/1978. Per il ginecologo Achille Chiomento la situazione in Alto Adige non potrà migliorare senza alcuni importanti cambiamenti: «La provincia di Bolzano non potrà sempre fare affidamento su medici esterni — sostiene —-. Se vuole garantire un vero servizio in favore della comunità deve essere in grado di farlo da sola, assumendo personale adeguato. Sono anni ormai che la situazione rimane invariata: quei pochi medici non obiettori che ci sono si ritrovano a doversi dedicare quasi esclusivamente al campo degli aborti, restringendo quindi la possibilità di fare esperienze mediche in ambiti diversi. È anche per questo che molti cambiano idea e diventano obiettori in seguito, perché il lavoro non è equamente diviso». L’unica vera soluzione, secondo Chiomento, è quella di «istituire un concorso aperto solo a ginecologi non obiettori da parte dell’assessorato. In questo modo si potrebbe effettivamente garantire il servizio senza porre pressioni sui candidati».