«Tonini», tempi lunghi: progetto Sat sospeso
Chiesto al sodalizio un disegno più moderno
TRENTO Che alla giunta provinciale il progetto proposto dalla Sat non entusiasmasse (per usare un eufemismo) lo si era capito: non più tardi di agosto, riferendosi al rendering del «nuovo» rifugio Tonini, l’assessore Roberto Failoni lo aveva definito «una vecchia stalla». E, del resto, in Rete le critiche sulla costruzione immaginata dalla Società degli alpinisti tridentini per far rinascere il rifugio che sovrasta l’altopiano di Pinè — andato completamente distrutto nel dicembre 2016 da un furioso incendio — in questi mesi non sono mancate.
Sta di fatto che a quasi tre anni da quell’incendio che lasciò senza parole l’intera comunità pinetana, di ricostruzione ancora non si parla. Meglio: se ne parla — soprattutto in valle — ma con tempi che sembrano essere decisamente più lunghi del previsto. E con un malumore che, nel mondo alpinistico locale (e non solo), cresce inesorabilmente.
L’occasione per fare il punto della situazione è stata, venerdì sera, l’assemblea straordinaria della sezione Sat Pinè, convocata per il rinnovo delle cariche. Una riunione che, inevitabilmente, ha messo l’accento non tanto sui nomi del nuovo direttivo (con la riconferma anche del presidente uscente Mattia Giovannini), quanto sul «rifugio Bianco», come lo aveva definito Bepi De Marzi nella canzone dedicata proprio alla struttura del Lagorai. Di fronte alle insistenti domande dei soci locali, il presidente ha ripercorso gli ultimi passaggi. E lo stallo attuale. In sostanza qualche mese fa, nel pieno della valutazione del progetto, la commissione provinciale per la tutela paesaggistico ambientale aveva avanzato alla Sat (e al progettista Riccardo Giacomelli) alcune richieste tecniche, non legate al disegno dell’edificio: una relazione sull’iter di condivisione del progetto, un rendering più contestualizzato e una serie di tavole per verificare anche le soluzioni alternative.
Richieste alle quali il sodalizio aveva risposto, presentando l’ulteriore materiale indicato dall’organismo provinciale (nel frattempo in parte modificato in virtù della riorganizzazione interna attuata dal nuovo esecutivo). Ma ritrovandosi di fronte a un muro. «L’iter oggi è sospeso» ha sottolineato Giovannini davanti ai tesserati. Di più: «Difficile, a questo punto — ha aggiunto il presidente — iniziare i lavori il prossimo anno». Anche perché per ora non c’è certezza dell’inserimento a bilancio del finanziamento provinciale.
«Una sospensione che sa di bocciatura» ha commentato qualche satino. Visto che, nel dialogo aperto tra la Sat e la Provincia per provare a trovare un punto di incontro, le indicazioni di Piazza Dante sembrano andare verso una revisione del progetto in chiave più moderna. Con tempi che, necessariamente, si allungheranno ancora. È propio questa prospettiva che ha infiammato gli animi dei rappresentanti della sezione locale della Sat. Che prima hanno richiamato la manifestazione organizzata in collaborazione con Aquila Basket a giugno 2017 per sollecitare la ricostruzione del rifugio. E poi hanno rilanciato. Mostrando la volontà di non lasciar cadere la questione nel silenzio. «Siamo pronti a organizzare una nuova manifestazione nella zona del Tonini per far capire che quella struttura ci sta a cuore e che la rivogliamo quanto prima» è stata la proposta avanzata da più parti. «Il rifugio lo ricostruiamo noi» hanno aggiunto altri, ricordando anche i soldi per la rinascita del rifugio assicurati dalla raccolta fondi partita dopo l’incendio.
Giovannini A questo punto mi sembra molto difficile che i lavori di costruzione possano iniziare il prossimo anno