Si finge suora e truffa il prete Poi alza la posta: smascherata
È stato il sacerdote ad allertare i carabinieri
Lo avrebbe raggiunto al telefono, chiedendogli 300 euro per aiutare un ragazzo in difficoltà. Chi parla è suor Anna, o meglio una donna piemontese che si è finta tale. All’altro capo del telefono il viceparroco di Pergine che, da sempre attento alle esigenze dei più bisognosi, ha versato subito la somma sulla carta che gli viene indicata. Ecco allora che «suor Anna» richiama, chiedendo altro denaro. Una mossa che ha fatto insospettire il sacerdote. La donna e due uomini sono stati denunciati.
TRENTO Quando Whoopi Goldberg indossò i panni della finta suora Maria Claretta, nel famoso film Sister Act, non era mossa da cattive intenzioni. Quelle che invece avrebbero, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Borgo Valsugana e della stazione di Pergine, spinto una donna, o meglio la finta suor Anna, a raggirare il viceparroco di Pergine sottraendogli del denaro.
Un mattino il prelato viene raggiunto da una telefonata. È suor Anna che gli chiede dei soldi, necessari, gli avrebbe spiegato, per mantenere un ragazzo che lei aveva accolto in condizioni di difficoltà. Al giovane, avrebbe raccontato la finta suora, era da poco morto il padre e aveva bisogno di 300 euro per aiutarlo a sostenere alcune spese urgenti e per le prime necessità. Il viceparroco, da sempre attento alle esigenze dei più bisognosi, ha versato quasi subito i soldi sulla carta poste-pay indicata dalla donna.
Suor Anna però a quel punto ha forse osato troppo: vedendo che il religioso aveva provveduto al versamento in maniera quasi immediata ha pensato di alzare la posta. E lo ha richiamato, nella stessa giornata chiedendogli altro denaro per svincolare una polizza a favore del ragazzo. «Non si preoccupi — gli avrebbe detto — il giovane le restituirà tutto appena svincolata la polizza, che vale 3.000 euro ed è pronto anche a fare una donazione da 650 euro alla sua chiesa». A questo punto però il viceparroco ha cominciato a sentire odore di bruciato: non ha messo mano alla carta ed anzi, si è recato subito dai carabinieri raccontando la vicenda. Le indagini dei militari sono scattate immediatamente e hanno permesso di svelare l’inganno: i carabinieri hanno infatti denunciato all’autorità giudiziaria per truffa aggravata due uomini italiani, un 40enne e un 50enne di origini piemontesi e lombarde e una donna, appunto la finta suor Anna. L’escamotage della identità fittizia fatta indossare alla donna avrebbe reso più facile architettare la truffa ai danni del prelato. Ma l’essersi fatti prendere la mano
Ad aiutare la donna anche due uomini di 40 e 50 anni
per incassare subito una cifra alta ha probabilmente rappresentato un errore per la piccola banda, che ora dovrà rispondere dei propri atti davanti al giudice.
Intanto continua l’azione informativa dei carabinieri, anche attraverso la distribuzione di materiale informativo e con incontri sul territorio, per evitare truffe di questo tipo è indispensabile evitare di consegnare oro, gioielli e ancora meno effettuare pagamenti su carte prepagate di persone non ben conosciute. Anche se spinte, apparentemente dalle più nobili motivazioni. Le truffe infatti sono purtroppo all’ordine del giorno.