Mediocredito, Fugatti frena sulla vendita delle quote Kompatscher e l’ex ministro: c’è il disgelo dopo le critiche
«Sulla vendita delle nostre quote di Mediocredito abbiamo forti dubbi». Maurizio Fugatti lo ribadisce: la possibilità che la Provincia mantenga la presenza nell’istituto è reale. Nel dialogo aperto con il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro sul futuro di Mediocredito, il governatore trentino conferma la linea già indicata. Non si stupisce delle prospettive tratteggiate da Fraccaro («Mediocredito come banca pubblica di investimenti sul territorio a supporto delle imprese»). E si mostra pronto a fissare la posizione della Provincia: «Se da parte del governo viene avanzata una proposta, noi abbiamo l’obbligo, al di là del merito, di vedere le carte». Con alla base un mantra che il governatore ripete da sempre: «Dobbiamo fare la miglior valutazione per il Trentino. Non abbiamo pregiudizi: il mio unico pregiudizio è che Mediocredito sia utile per gli interessi del Trentino. Quale sia il mezzo per raggiungere questo obiettivo, si vedrà». E se su A22 il governatore ricorda a Fraccaro che sul tavolo del ministro ci sono «due ipotesi» per chiudere la questione, sulle infrastrutture il presidente trentino ci tiene a fare il punto su entrambe le opere citate dal pentastellavoro. to. La prima: l’elettrificazione della Valsugana. «I soldi ci sono, l’ha confermato Rete ferroviaria italiana». La seconda: la Valdastico. «Andiamo avanti. Se qualcuno vuole opporsi, lo faccia». Tenendo presente però, è il monito di Fugatti, che fermare un progetto del genere potrebbe portare al rischio di un intervento della Corte dei Conti.
Si avvicinano le posizioni di Fraccaro e Fugatti, invece, sull’Autonomia. Trentina e delle altre regioni. «Sono d’accordo — dice il governatore — che il Trentino debba essere solidale con la volontà di Autonomia degli altri territori. Non dobbiamo creare dei fortini». Clima disteso anche sul vincolo dei dieci anni di residenza per gli alloggi pubblici: «Non mi stupisce che Fraccaro non lo bocci. Del resto, ha fatto parte di un governo che ha introdotto il vincolo di dieci anni di residenza per il reddito di cittadinanza».
Intanto, dopo le critiche di Fraccaro ad Arno Kompatscher, ieri in Alto Adige il gelo si è stemperato nelle sale dello Sheraton, dove i due si sono incontrati per un pranzo di laTemi al centro del confronto: il futuro dell’ex Solland Silicon e la gestione dell’Autonomia. Fraccaro in primis aveva sollecitato il presidente della Provincia a impegnarsi contro la definitiva dismissione della fabbrica di Sinigo. «Concordo che la ex Solland sia stato un sito produttivo d’eccellenza — premette il Landeshauptmann — per questo, negli anni, abbiamo investito più di 20 milioni di risorse pubbliche per garantirne la prosecuzione. Dopo sette aste andate deserte, però, era chiaro che alla straordinaria qualità delle produzioni non corrispondeva un’adeguata sostenibilità economica». Tema che, osserva ancora Kompatscher, viene rilevato dalla sentenza del tribunale di Bolzano che ha aggiudicato l’impianto ad Al Invest, gruppo che fa riferimento agli imprenditori Andreas Auer e Lukas Ladurner e che va verso la bonifica e il superamento della fabbrica attuale. «Il giudice fallimentare ha deciso e noi non possiamo certo sostituirci alle sue determinazioni — riprende il presidente dell’Alto Adige — senza contare l’attenzione alla spesa che dobbiamo ai contribuenti e alla Corte dei Conti». E l’oculatezza nella gestione dell’Autonomia è un punto rivendicato da Kompatscher che respinge l’accusa di «atteggiamento lobbistico» mossa da Fraccaro. «Sono i dati oggettivi a dimostrare come le opportunità dell’Autonomia siano ben gestite — sottolinea il Landeshauptmann — l’economia viaggia e non lo fa a carico del sistema Paese, dato che siamo contributori netti.
«Per l’elettrificazione della Valsugana i soldi ci sono. La Valdastico? Andiamo avanti»
«I dati dimostrano che le opportunità dell’Autonomia da noi sono ben gestite»
Gli indicatori su servizi, qualità ambientale, attenzione al territorio ne confermano la qualità». Poi il rapporto con la destra tedesca alla quale, per Fraccaro, la Svp strizzerebbe l’occhio. «Io non strizzo l’occhio ad alcuna destra: l’Alto Adige è di tutti, nessuno è ospite. Siamo un modello europeo e sono convinto che la maggioranza della popolazione la pensa così». Infine, il bilinguismo in sanità: «I requisiti per l’accesso alla professione medica sono gli stessi del sistema nazionale, l’unica deroga temporanea riguarda l’esercizio nel solo Alto Adige sui tempi di apprendimento della seconda lingua».