Minaccia la fidanzata invalida: a processo
La donna chiede 50.000 euro di danni. Nel mirino pedinamenti e l’uso di un coltello
TRENTO Prima le rose, l’abito elegante e i complimenti. Un corteggiamento dolce, tra adulti con qualche difficoltà. Poi la gelosia, l’alcol, l’aggressività, da parte di lui, almeno stando alle accuse formalizzate dalla Procura di Trento. E la difficoltà della donna, difesa dall’avvocato Marco Vernillo, a mettere un argine, la «resilienza» di un cuore fragile, bisognoso di amore e, come definito dalla perizia psichiatria, «succube» dell’uomo. Una storia turbolenta sfociata però, dopo l’ennesima violenza subita dall’impiegata, affetta da disabilità, in una denuncia per atti persecutori, che ha portato l’uomo davanti al giudice. L’udienza per la sentenza è attesa per maggio.
Due anni è durata la relazione tra i due. Iniziata nel 2017 in modo sereno ma precipitata, secondo quanto denunciato dalla donna, nel giro di poco tempo. L’uomo l’avrebbe costretta ad abbandonare la casa paterna, le avrebbe controllato i profili facebook e whatsapp, l’avrebbe pedinata e minacciata anche con un coltello. Poi però dichiarava di amarla. E tutto ricominciava. La donna, che si è costituita parte civile chiedendo 50.000 euro di danni, aveva paura ma, quasi come vittima di una sorta di sindrome di Stoccolma, non riusciva a tagliare i rapporti. Si sarebbero visti a volte al bar, lui avrebbe bevuto e lei sarebbe stata costretta a pagare. Una volta le avrebbe addirittura lanciato addosso un tavolino ma poi al termine di una lite si sarebbe buttato da un ponte. Lei, in lacrime, lo avrebbe raggiunto insieme ai soccorritori. Una storia drammatica, che si inscrive in un quadro di fragilità complesso.
Le violenze e le minacce si sarebbero fatte sempre più insistenti finché la donna ha deciso di denunciare. E una perizia psichiatrica le ha riconosciuto un disturbo dell’adattamento con ansia e depressione e un disturbo post traumatico, con un danno psichico valutato non inferiore al 7-8%. L’uomo è quindi è finito a processo per atti persecutori.