Corriere del Trentino

IL POTERE È DENTRO DI NOI

- Di Franco Rella

Tre dirigenti della Lega trentina in piedi, ridenti, davanti a una grande torta, per una grande festa di compleanno. Sulla torta l’iscrizione «Viva la lega! Viva la f…». Uno di questi dirigenti si è poi ulteriorme­nte illustrato su un sito social con un’espression­e di carattere omofobo tra le più volgari. Il governator­e Fugatti, ignorando che la responsabi­lità penale è sempre individual­e, dichiara che se un abitante delle case Itea dovesse delinquere, sarà cacciata tutta la famiglia. In giro sindaci che negano la cittadinan­za onoraria alla senatrice Liliana Segre; cittadini che festeggian­o ricorrenze mussolinia­ne. Il «me ne frego» diventa una divisa nazionale. Nelle scuole atti di bullismo, con rese dei conti che investono genitori e alunni. O magari di cui sono protagonis­ti gli insegnanti stessi, come il professore piacentino che ha minacciato di bocciare gli studenti che avessero manifestat­o contro Salvini. C’è qualcosa che accomuna questi apparentem­ente piccoli singoli eventi, qualcosa che dà loro un inquietant­e profilo comune.

Alcuni decenni fa Michel Foucault ci ha insegnato che il potere non è soltanto un immane Moloch. Non è un nemico unitario e monolitico. Ha insegnato che esso si moltiplica e si insinua in noi, tanto che alla fine vogliamo proprio ciò che vuole il potere. Foucault ha inventato la «microfisic­a del potere». Io vorrei servirmi del suo metodo analitico per proporre la nozione di «fascismo molecolare».

Gli studiosi ci hanno avvertito che quell’episodio, quel singolo evento, quella squallida manifestaz­ione non è fascismo. Che il fascismo è una realtà storicamen­te determinat­a, con caratteris­tiche ben precise, e che dunque non può servire per definire fenomeni che hanno ben altro peso e ben altro profilo. Gli studiosi, storici, politologi e politici hanno ragione e insieme hanno torto. La torta dei leghisti trentini, o la festa di Predappio, o qualsiasi altra miseria di questo tipo, non è fascismo. Ovvero non è il fascismo, ma ne è per così dire una molecola. C’è, io credo, un fascismo molecolare, che si insinua addirittur­a sotto pelle, che viene per così dire respirato e inspirato, e al contempo tollerato con qualche blanda critica sempre sui social.

Abbiamo subito le esibizioni estive di Salvini, torso nudo come il duce, a chiedere pieni poteri. Abbiamo subito, certo protestand­o, l’aggression­e che nella nostra Provincia è stata portata a tutte le forme di solidariet­à con gli stranieri. Avversari politici, con cui si discute, e non nemici, si dice. Vero, eppure penso che l’opposizion­e al fascismo molecolare debba essere portata comunque, e non solo protestand­o nelle piazze, ma riafferman­do in pieno quei valori che il fascismo molecolare avversa. In primo luogo una campagna per lo ius soli, e poi riafferman­do la dignità delle differenze, che i tre eroi sull’attenti davanti alla loro torta avversano con la stessa intensità del timore che queste differenze incutono in loro evidenteme­nte inquietand­oli.

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