IL POTERE È DENTRO DI NOI
Tre dirigenti della Lega trentina in piedi, ridenti, davanti a una grande torta, per una grande festa di compleanno. Sulla torta l’iscrizione «Viva la lega! Viva la f…». Uno di questi dirigenti si è poi ulteriormente illustrato su un sito social con un’espressione di carattere omofobo tra le più volgari. Il governatore Fugatti, ignorando che la responsabilità penale è sempre individuale, dichiara che se un abitante delle case Itea dovesse delinquere, sarà cacciata tutta la famiglia. In giro sindaci che negano la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre; cittadini che festeggiano ricorrenze mussoliniane. Il «me ne frego» diventa una divisa nazionale. Nelle scuole atti di bullismo, con rese dei conti che investono genitori e alunni. O magari di cui sono protagonisti gli insegnanti stessi, come il professore piacentino che ha minacciato di bocciare gli studenti che avessero manifestato contro Salvini. C’è qualcosa che accomuna questi apparentemente piccoli singoli eventi, qualcosa che dà loro un inquietante profilo comune.
Alcuni decenni fa Michel Foucault ci ha insegnato che il potere non è soltanto un immane Moloch. Non è un nemico unitario e monolitico. Ha insegnato che esso si moltiplica e si insinua in noi, tanto che alla fine vogliamo proprio ciò che vuole il potere. Foucault ha inventato la «microfisica del potere». Io vorrei servirmi del suo metodo analitico per proporre la nozione di «fascismo molecolare».
Gli studiosi ci hanno avvertito che quell’episodio, quel singolo evento, quella squallida manifestazione non è fascismo. Che il fascismo è una realtà storicamente determinata, con caratteristiche ben precise, e che dunque non può servire per definire fenomeni che hanno ben altro peso e ben altro profilo. Gli studiosi, storici, politologi e politici hanno ragione e insieme hanno torto. La torta dei leghisti trentini, o la festa di Predappio, o qualsiasi altra miseria di questo tipo, non è fascismo. Ovvero non è il fascismo, ma ne è per così dire una molecola. C’è, io credo, un fascismo molecolare, che si insinua addirittura sotto pelle, che viene per così dire respirato e inspirato, e al contempo tollerato con qualche blanda critica sempre sui social.
Abbiamo subito le esibizioni estive di Salvini, torso nudo come il duce, a chiedere pieni poteri. Abbiamo subito, certo protestando, l’aggressione che nella nostra Provincia è stata portata a tutte le forme di solidarietà con gli stranieri. Avversari politici, con cui si discute, e non nemici, si dice. Vero, eppure penso che l’opposizione al fascismo molecolare debba essere portata comunque, e non solo protestando nelle piazze, ma riaffermando in pieno quei valori che il fascismo molecolare avversa. In primo luogo una campagna per lo ius soli, e poi riaffermando la dignità delle differenze, che i tre eroi sull’attenti davanti alla loro torta avversano con la stessa intensità del timore che queste differenze incutono in loro evidentemente inquietandoli.