Peste suina cinese, speck più caro
L’Alto Adige lancia l’allarme: aumento del 40%. In Trentino situazione diversa
Speck alle stelle per la peste suina africana che colpisce gli animali allevati in Cina, il maggior produttore di carne di maiale a livello mondiale. La minor disponibilità di carne comporterà un aumento dei prezzi di speck e insaccati che riguarderà anche i 29 produttori di speck altoatesini che fanno parte del Consorzio Tutela Speck Alto Adige e i 4 presenti in Trentino della Federazione provinciale allevatori trentini. Il prezzo della carne suina è salito del 40%.
Speck alle stelle per la peste suina africana che colpisce gli animali allevati in Cina, il maggior produttore di carne di maiale a livello mondiale. La contrazione della disponibilità di carne comporterà un aumento dei prezzi di speck e insaccati che riguarderà anche i 29 produttori di speck altoatesini che fanno parte del Consorzio Tutela Speck Alto Adige e i 4 presenti in Trentino che fanno parte della Federazione provinciale allevatori trentini. Dall’inizio dell’anno il prezzo della carne suina è salito del 40%. Come sottolineano sia il Consorzio altoatesino sia la Federazione trentina, i produttori di speck in regione non utilizzano carne proveniente dalla Cina, ma usano come materia prima carne proveniente da Paesi europei, tra cui in particolare Germania, Austria, Italia e Paesi Bassi. Le carni vengono acquistate solo da aziende riconosciute e controllate che rispondono agli standard qualitativi europei tra i più elevati al mondo.
«La scarsità di materia prima in Cina ha, tuttavia, conseguenze anche sulle imprese locali, precisamente per quanto riguarda il prezzo. La carne suina in generale e ovviamente anche lo speck diventeranno più costosi a causa di tale mancanza di risorse», spiega il presidente del Consorzio tutela speck Alto Adige, Andreas Moser.
Meno toccati dal problema gli allevatori del Trentino, dove nei pochi allevamenti della Federazione provinciale allevatori, la filiera è più corta, come spiega il presidente Mauro Fezzi: «La situazione per noi è diversa da quella dell’Alto Adige — dice — non siamo coinvolti nella dinamica del prodotto industriale avendo solo quattro allevamenti e una produzione artigianale di nicchia. Certo se si alza il prezzo anche noi saremo costretti a ritoccare, per ora stiamo alla finestra e vediamo».
I consumatori, ma soprattutto i produttori di speck, che vedranno salire costantemente il costo della materia prima, dovranno quindi fare i conti con prezzi più elevati. Per questo, il Consorzio altoatesino ha annunciato che aiuterà gli associati fornendo loro informazioni e dati aggiornati. «La Camera di commercio di Bolzano vuole sostenere i produttori di speck locali in questa fase difficile», spiega il presidente Michl Ebner. Lo speck Alto Adige IGP viene prodotto da 29 produttori che in Alto Adige contano 1.500 collaboratori.