Industriali e artigiani incalzano «Piccole aziende da sostenere»
TRENTO La riflessione di Giorgio Fracalossi non coglie impreparati industriali e artigiani. «Recentemente — spiega infatti il presidente di Confindustria Fausto Manzana — il coordinamento imprenditori ha incontrato i vertici di Cassa centrale banca. In quell’occasione è stato presentato il progetto industriale, compreso qualche accenno a Mediocredito. Ci siamo dati appuntamenti serrati per approfondire». Un buon punto di partenza, assicura Manzana: «Parlarsi è importante».
Ma le questioni da affrontare, collegate alle parole del presidente di Cassa centrale banca, non sono poche. E meritano attenzione. «Fracalossi — osserva Manzana — dice che bisogna essere più selettivi, che bisogna crescere. Tutto vero, ma dall’altra parte si deve ricordare che le nostre imprese, in gran parte, non sono strutturate. E quando si confrontano con le banche serve un livello di interlocuzione semplice, comprensibile al tessuto imprenditoriale che abbiamo». Essere banca «del territorio», avverte il presidente di Confidustria, vuol dire proprio questo: «Dare la possibilità alle piccole imprese di crescere. E senza la finanza alle spalle, che sia Mediocredito o altro, non è possibile». Tenendo conto anche che «un terzo del capitale di Cassa centrale banca viene dal territorio». «La linea di attenzione, dunque — prosegue Manzana — deve essere mantenuta». Che sia con Mediocredito come banca corporate o altro, questo è l’obiettivo. «Quello della finanza per le piccole imprese — insiste il presidente — è una questione che deve trovare una sua messa a terra». Un tema sul quale, assicura ancora Manzana, si dovrà ancora discutere per trovare una direzione condivisa. Anche alla luce dei dati dell’indagine della Camera di Commercio diffusi ieri, che disegnano una fase di rallentamento delle imprese trentine: a preoccupare Confindustria, come già espresso in passato, è in particolare il divario esistente tra Trentino e Alto Adige.
Parte da un quadro più incoraggiante Marco Segatta, presidente degli Artigiani. Che attende i risultati aggiornati del settore a giorni. Ma anticipa qualche andamento: «La tendenza, per quanto riguarda le imprese artigiane, è di una piccola riduzione rispetto al passato, con un aumento, però, sul fronte dell’occupazione». Di fatto, aggiunge, «le aziende che hanno superato il periodaccio della crisi si sono un po’ stabilizzate. Non vedo grosse situazioni critiche». Anche se, ammette, «manca una visione di lungo periodo sul futuro».
Scorrendo il ragionamento di Fracalossi, Segatta riconosce la difficoltà di accesso al credito delle piccole e piccolissime imprese. «È un dato ormai noto» allarga le braccia il presidente degli Artigiani. Che ricorda le iniziative di formazione avviate con Confidi «per aiutare gli artigiani ad affrontare il nuovo metodo di accesso al credito». «I tempi però — prosegue — non sono immediati. Ci vorrebbe un periodo di transizione per permettere alle aziende di adeguarsi». E se sulle fusioni Segatta si limita a ricordare le esigenze delle imprese («Una volta tutto era centrato sulla conoscenza personale, con banche di paese. Oggi, con istituti di respiro territoriale più ampio, l’importante è che non ci siano difficoltà per le nostre imprese»), su Mediocredito lo sguardo degli Artigiani indugia ancora sul locale. «È opportuno — dice Segatta — che Mediocredito sia una banca con testa sul territorio. Il nostro è un territorio con esigenze particolari: avere un cda in un’altra regione sarebbe controproducente». Di più: «Come banca del territorio, dovrebbe dare attenzione anche al tessuto delle piccolissime imprese, che oggi manca».