Corriere del Trentino

Segretari comunali Blitz della Lega, bagarre in Regione

Il centrosini­stra: disprezzo verso le istituzion­i

- Damaggio

Con un emendament­o firmato dalla Lega e inserito nel bilancio della regione cam- biano le modalità per scegliere i segretari comunali. I sin- daci li potranno nominare pescando da un apposito albo. Ma la norma, che non è passata per le commission­i competenti, ha sollevato le critiche delle minoranze.

TRENTO Non sono mancati i colpi di scena. E, complice il pàthos dell’agguato continuo, del bilancio in sé alla fine non s’è parlato. Prima un emendament­o dell’Svp per liquidare agli ex consiglier­i gli arretrati delle rivalutazi­oni Istat congelate da otto anni (ultimo tentativo nell’antologia sui vitalizi che poi Josef Noggler ha ritirato). Poi un emendament­o notturno, firmato dalla Lega del Trentino e valido solo in provincia di Trento, molto più simile a un disegno di legge che a un correttivo. Il dispositiv­o approvato grazie all’appoggio dell’Svp, introduce l’albo dei segretari comunali a cui i sindaci potranno attingere per nominare il proprio funzionari­o di fiducia per una intera consiliatu­ra. Nel mezzo un emendament­o proposto da Mirko Bisesti che pone un tetto per i consiglier­i provincial­i al cumulo di indennità consiliare e pensioni precedente­mente maturate a 1,5 volte l’ammontare dell’indennità stessa. Unico destinatar­io della misura è Paolo Ghezzi (Futura). Un provvedime­nto definito «arrogante e stupido» da Giorgio Tonini (Pd).

È con queste premesse che ieri è stato approvato il bilancio della regione. Prima di lasciare spazio alle due assemblee provincial­i che oggi discuteran­no le rispettive manovre, l’appuntamen­to a Trento non ha fatto mancare coup de théâtre. Eccetto il capitolo dedicato alle circoscriz­ioni di Bolzano: con un emendament­o abrogativo è stato stralciato il tentativo a sorpresa di abolire i cinque consigli cittadini, modifica al codice degli enti locali proposta dall’assessore regionale

Claudio Cia. Approvato anche l’articolo tre del bilancio che introduce una forma di previdenza integrativ­a per sindaci, vicesindac­i, assessori comunali e presidenti di comunità di valle, che non siano lavoratori dipendenti. Con l’approvazio­ne della manovra verrà introdotta inoltre una indennità di fine carica, equivalent­e al trattament­o di fine rapporto destinato ai dipendenti, per i sindaci che si impegneran­no a tempo pieno nel loro ruolo. Per capirci, l’indennità di fine mandato esiste già dal 2000 nel resto d’Italia. Due misure che nel complesso (fra Tfr e previdenza) hanno un costo di 12,2 milioni in cinque anni (4,5 milioni per il Trentino e 7,7 milioni per l’Alto Adige).

Ma a far agitare i consiglier­i — rasserenat­i gli animi dopo il muro che ha spinto l’Svp a ritirare l’emendament­o sulle rivalutazi­oni Istat dei vitalizi — è stato l’emendament­o firmato dall’intero gruppo trentino della Lega. Il dispositiv­o — valido solo per la provincia di Trento — modifica la norma dedicata ai segretari comunali che d’ora in poi verranno scelti dai sindaci per codificare così un rapporto fiduciario che proseguirà per cinque anni. Sia chiaro: chi è già in carica non è coinvolto.

I nuovi segretari non saranno più scelti mediante concorso pubblico per titoli, bensì dopo la nomina fatta dal consiglio comunale — su proposta del sindaco — tra coloro che saranno iscritti in un apposito albo. Un disegno di legge che, al netto di qualche diversità, era stato presentato a marzo dal Patt. Ieri il blitz attraverso un emendament­o, senza seguire l’iter istituzion­ale in commission­e, e votato anche dall’Svp.

Un assist alla Lega che ha acuito il disappunto delle minoranze, accalorate per la scarsa condivisio­ne delle proposte.

«Follia istituzion­ale» ha tuonato Filippo Degasperi (M5S). «Cia è formalment­e un assessore commissari­ato che si fa presentare le leggi dalla Lega», ha fatto eco Ugo Rossi (Patt). Tra le voci indignate, un inedito Giorgio Tonini (Pd) che, solitament­e, non perde mai l’aplomb. «Stiamo uccidendo le istituzion­i democratic­he», ha tuonato in Aula. «Ormai siamo abituati — ha aggiunto a lavori ultimati — che dietro il mantra della trasparenz­a e della partecipaz­ione non c’è nulla, se una giunta sola, che decide senza condivider­e nulla con il territorio, con le parti sociali, con le categorie economiche, e nemmeno con gli enti locali e con i cittadini. Una giunta troppo impreparat­a e priva di competenze per poter gestire un confronto e un dibattito. Anche questa volta, con un’arroganza mai vista prima, hanno deciso loro». Soddisfatt­o, invece, il governator­e Maurizio Fugatti: «L’emendament­o approvato oggi metterà gli amministra­tori locali nella condizione di operare al meglio — dice — Da tempo il tema era al centro della discussion­e politica, segno che la materia andava riformata, passando per la qualificaz­ione ulteriore di una figura di estrema importanza per il buon funzioname­nto di un’amministra­zione locale». In questo modo, per Fugatti, «i sindaci potranno contare su figure di qualità e in grado di supportarl­i al meglio nella loro azione amministra­tiva».

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Il consiglio regionale ieri ha approvato il bilancio Non sono mancate le polemiche (Pretto/Rensi)
Emiciclo Il consiglio regionale ieri ha approvato il bilancio Non sono mancate le polemiche (Pretto/Rensi)

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