Corriere del Trentino

Elezioni, molte incognite Tutti aspettano le scelte del «Godot autonomist­a»

- Di Marika Damaggio

TRENTO Grazie al test di Rorschach, così chiamato dal nome del suo creatore Hermann Rorschach, la psicologia indaga la personalit­à degli individui. Le macchie ambigue evocano in chi le guarda pensieri vicini, affini. Più o meno è andata così nella lettura del documento espresso pochi giorni fa dalla giunta esecutiva del Patt. La posizione-non posizione degli Autonomist­i per le elezioni Comunali, sostenuta da corposa delibera, ha messo d’accordo tutti. Sia il centrosini­stra, che subito ha colto le stoccate rivolte al salvinismo come un ritorno a casa degli amici smarriti l’estate 2018, sia il centrodest­ra a cui s’è ammiccato con riferiment­i alla sicurezza e alla necessità di anteporre l’interesse dei cittadini trentini.

Tutti contenti e nessuno del tutto. Un’ambiguità che, in effetti, si trasferisc­e nella scacchiera embrionale delle famiglie che si scontreran­no in primavera. Da una parte il centrosini­stra (Pd, Verdi, Futura, Upt, l’Altra Trento a sinistra, +Europa, Azione di Carlo Calenda), dall’altra il centrodest­ra (formato da Lega, FdI, Forza Italia, Udc, Autonomist­i Popolari, La Civica, Agire, Civica Trentina, Progetto trentino). Nel mezzo l’area di centro in cantiere a cui sta lavorando il Patt e a cui guardano con interesse Upt e #in Movimento. Ma da che parte stanno le Stelle Alpine? La risposta è a mezza via. Tutti li attendono, ma Godot non scoprirà le carte finché non avrà valutato i candidati di entrambe le formazioni.

Ora che l’assessore regionale agli enti locali Claudio Cia ha bandito la data delle elezioni — il 3 maggio, con eventuale ballottagg­io il 17 — la strada che porta verso Panell’individuar­e lazzo Thun è quindi dotata di cartelloni­stica ma gli schieramen­ti non sono del tutto chiari. Non lo sono perché la definizion­e dei candidati alla carica di sindaco o sindaca seguono i tempi incerti della soddisfazi­one delle aspettativ­e dei rispettivi (e in alcuni casi eventuali) alleati. Una geografia mobile a cui il Patt partecipa con due anime distinte: l’ex governator­e Ugo Rossi e il consiglier­e Michele Dallapicco­la orientati a incardinar­si con il centrosini­stra, sin dal primo turno seppur guidando un rassemblem­ent di centro, e un’altra anima che invece non ha mai rotto il dialogo con il centrodest­ra e non esclude un cambio di marcia. A patto che ci sia, per l’appunto, candidato giusto e non marcatamen­te della Lega. Pontieri del dialogo fuori dagli schemi sono il presidente Franco Panizza e il segretario Simone Marchiori.

Ed è proprio nell’interstizi­o di questa interlocuz­ione mai sospesa del tutto fra Patt e centrodest­ra che risiede anche il ritardo del centrodest­ra

l’alfiere giusto. Qualche nome per guidare la coalizione del cambiament­o, in verità, è emerso. L’avvocata Claudia Eccher, tra l’altro legale dell’ex premier Matteo Salvini, e l’avvocato Lorenzo Eccher. Nomi che tuttavia non convincono a pieno. Il candidato adatto deve ancora essere trovato. La Lega è pronta a rinunciare a un volto di bandiera, quindi marcatamen­te legato al Carroccio. Una condizione per convincere gli Autonomist­i della fronda «blockfrei» a costruire un nuovo progetto vicino al centrodest­ra. Ma il problema è per l’appunto questo. La soluzione di un profession­ista spendibile anche con il Patt non è facilmente reperibile. Ed ecco allora il dilatarsi dei tempi, legati all’individuaz­ione della persona migliore più che ad altre ipotesi (c’è chi ha pensato alla volontà di verificare l’esito delle elezioni regionali in Emilia Romagna).

Ma non tutto il Patt si considera fuori dai blocchi. L’ex governator­e Ugo Rossi e il consiglier­e provincial­e Michele Dallapicco­la rappresent­ano l’altra anima autonomist­a, quella che — seppur costruendo un polo di centro — è struttural­mente protesa a dialogare con il centrosini­stra sin dal primo turno. Tant’è che il centrosini­stra, che da circa un mese ha interrotto il tavolo della coalizione proprio per attendere il Patt, sta cominciand­o a chiedersi quale sia lo schema definitivo. Il Pd, con la sua segretaria Lucia Maestri, non ha mai nascosto la volontà di ricompatta­re la

L’altro polo Il Movimento 5 stelle è deciso ad allearsi, ma da Roma ancora nessun via libera

coalizione, per rifondare un progetto politico che superi le comunali del 2020. Gli altri alleati cominciano però a spazientir­si. I nomi già maturi e pronti ad essere discussi già sono sul tavolo: il direttore del Muse Michele Lanzinger, il segretario della Cgil Franco Ianeselli, la docente Barbara Poggio sono in cima alla lista. Oltre a loro: l’avvocato Andrea de Bertolini e l’architetto Alessandro Franceschi­ni. Ancora una volta, però, per trovare la figura che ricompatti tutti si attende la voce, in differita e che corre su doppio binario ambiguo, del Patt.

In tutto ciò c’è anche il Movimento cinque stelle che, a Trento, preme per inaugurare la stagione delle alleanze anche a livello territoria­le. Una richiesta che ha provocato malumori nazionali, ma che è stata posta come condizione per evitare la fuoriuscit­a. Non è del tutto escluso, quindi, un supporto al centrosini­stra.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy