Servizio civile per 380 giovani Ohue dalla Nigeria al Trentino «Ora lavoro in casa di riposo»
In 4 anni hanno partecipato 2.000 ragazzi. Il 67% sono donne
TRENTO Monphy Ohue ha 27 anni, viene dalla Nigeria, è arrivato in Italia su un barcone. Da allora sono trascorsi tre anni, era riuscito a raggiungere il Trentino poche settimane dopo lo sbarco e ora lavora nella casa di riposo di Cadine. «Qui, mi sono sentito da subito in una grande famiglia, ogni persona è educata con me e ha sempre una parola gentile», racconta.
La storia di Monphy Ohue è l’esempio di quanto il servizio civile universale (Scup) possa diventare un’opportunità di crescita lavorativa e personale per un giovane. Per Thomas Ghielmetti, 21 anni di Arco, studente di Giurisprudenza, è anche un modo per aiutarsi a pagare, almeno parzialmente, gli studi. «Credo che questo progetto mi aiuti anche a limare alcuni aspetti del mio carattere. Presto la mia opera presso l’oratorio di Arco dove il lavoro è vario, non svolgo mai una mansione sola e questo è ciò che più mi piace». Evelina Molinari di Civezzano, 27 anni, ha invece già in tasca una laurea in Lingue e ha scelto un progetto con l’Istituto di Cultura Mochena dove gestisce la banca dati dei vocaboli mocheni e si occupa dell’accoglienza dei turisti. «Cercavo un’esperienza stimolante che mi desse l’opportunità di ampliare le mie conoscenze pratiche ma anche di spendere quelle linguistiche», spiega.
Sono 380, distribuiti su 220 associazioni diverse, i giovani tra i 18 e i 28 anni che quest’anno hanno iniziato il servizio civile. La media di ragazzi per progetto è quindi di 1,3. Questo significa che in ogni associazione o azienda aderente è arrivato in media un giovane e che su di lui si è costruito e modellato un progetto ad personam. Tra tutti, una grossa fetta è rappresentata dalla componente femminile con ben il 67%. Inoltre il 12% del totale è rappresentato da ragazzi stranieri tra cui anche qualche richiedente asilo. Dal 2015 ad oggi, in totale hanno partecipato circa 2000 ragazzi.
Prendere parte al Servizio civile significa avvicinarsi al mondo del lavoro in maniera pratica e concreta, diventando quindi cittadino attivo che mette a disposizione il proprio tempo e le proprie energie per realizzare finalità condivise dalla comunità. I progetti, dalla durata variabile (minimo 3 mesi, massimo 1 anno), spaziano dall’ambito socio-assistenziale al mondo della cooperazione, dalla comunicazione alla cultura, dai musei al mondo del teatro e dello spettacolo, dalle nuove tecnologie all’imprenditorialità. «È nato nel 2015 per sostituirsi ad un servizio civile che già c’era. Da allora, però, la novità si è concretizzata proprio nella caratteristica universale dell’offerta, che rappresenta la possibilità concreta per tutti di accedere ai progetti proposti», commenta il responsabile dell’ufficio servizio civile Trentino, Giampiero Girardi.
Il giovane che intende prendere parte al progetto viene scelto tra vari candidati e, come detto, seguito durante tutto il percorso da un «Operatore locale di progetto» (Olp). In più il servizio civile, oltre a trasmettere competenze formative, garantisce una minima autonomia economica con un compenso mensile di poco più di 400 euro a fronte di un impegno di circa trenta ore settimanali.
Per molti ragazzi è un trampolino di lancio, una spinta per entrare nel mondo del lavoro che non sempre è di facile accessibilità. Così è stato anche per Monica Ferrazza, 22 anni della Val di Cembra che, nonostante un deficit uditivo, grazie al servizio civile è riuscita a superare molte difficoltà e creare rapporti solidi e duraturi. E ora guarda al futuro.
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