Schwazer, respinto il ricorso «Manca la prova del complotto»
Il Tribunale di Losanna conferma la squalifica. Malagò: vicenda che fa riflettere
BOLZANO Il Tribunale federale della Confederazione elvetica di Losanna ha respinto la richiesta di sospensione della squalifica del marciatore Alex Schwazer. Secondo i giudici, non è dimostrata la «massima probabilità» della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping che portò alla squalifica, come ipotizzato da Schwazer.
«Sulla base di questo verdetto Alex Schwazer porterà aventi con massima convinzione il procedimento davanti al Tribunale federale, con lo scopo di portare le prove necessarie per una sospensione della squalifica», afferma l’avvocato difensore dell’atleta, Gerhard Brandstätter. Alex Schwazer aveva chiesto la sospensione della squalifica di otto anni per doping inflittagli dal Tribunale arbitrale dello sport nell’agosto 2016, alla vigilia delle Olimpiadi di Rio. L’istanza al Tribunale federale della Confederazione elvetica di Losanna contro la decisione del Tas era stata presentata dopo che il gip di Bolzano, Walter Pelino, aveva ritenuto fondata l’ipotesi della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping. I giudici svizzeri però non hanno accolto questa tesi, e la loro decisione non appare in realtà sorprendente: la percentuale di vittoria degli appelli risulta essere infatti, in questi casi, statisticamente decisamente bassa.
Il giudice di Bolzano Walter Pelino aveva ritenuto fondata l’ipotesi della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping che portò Schwazer alla squalifica, ed aveva ordinato un supplemento di perizia attualmente in corso: proprio oggi è in programma a Bolzano un incidente probatorio, con cui il giudice intende verificare la disponibilità di Wada e Iaaf a fornire 50 campioni anonimi di urina, prelevati ad atleti risultati positivi al testosterone, onde verificare se l’assunzione di tale sostanza possa causare un’elevata concentrazione di Dna, come nella provetta di Schwazer, ora indagato per doping ma di fatto già scagionato da quanto emerso finora in sede di indagine.
Ieri intanto, sulla vicenda Schwazer, è intervenuto il presidente del Coni Giovanni Malagò, a margine del seminario sulle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Dopo che il Tribunale federale della Confederazione elvetica di Losanna ha respinto la richiesta di sospensione della squalifica del marciatore Alex Schwazer, i cronisti hanno chiesto a Malagò un commento: «Dal primo giorno ho sempre evitato di fare commenti su questa storia per ovvi motivi. Ho un ruolo istituzionale. È una vicenda che deve far molto riflettere, in tutti i sensi» ha risposto il presidente del Coni.