A22 e centrali idroelettriche Il Senato dice sì alla proroga
Gli emendamenti di Conzatti (Italia viva) votati in Commissione
TRENTO Un po’ di ossigeno nella complessa partita della A22. Lunedì notte la commissione Bilancio del Senato ha accolto l’emendamento della senatrice trentina Donatella Conzatti di Italia Viva, che proroga al 30 giugno 2020 i termini per definire la nuova concessione trentennale dell’autostrada del Brennero. Altri sei mesi di tempo per trovare una soluzione e magari sciogliere il vero nodo gordiano: liquidare i soci privati e ottenere l’affidamento in house.
Il tema centrale — per il Ministero dei Trasporti e gli attuali 16 soci pubblici della A22, capeggiati dalle Province di Trento e Bolzano e dalla Regione Trentino-Alto Adige — infatti è evitare la gara europea. Per riuscirci l’unica via è rendere attuabile la totalizzazione dei soci pubblici conditio sine qua non della legge italiana per l’in house. Il problema è che resta tutt’ora difficile per i soci pubblici (che hanno l’86% delle quote) acquistare il 14% privato, valutato dalla Corte di Conti 50-70 milioni di euro, ma dai soci privati più del doppio. Una differenziale sostanziale, tanti soldi che ballano. E finché la negoziazione con i soci privati non va in porto, non è possibile per i soci pubblici avere l’in house dal governo.
Anche se è al vaglio una possibile strada normativa che riesca a tenere assieme in house e presenza dei privati, facendo riferimento alla direttiva europea che è più morbida della legge italiana e accetta la presenza di un 20% di quote private. A22, con il suo 14%, entrerebbe a pieno diritto nelle richieste dell’Ue e così l’in house sarebbe possibile senza dover liquidare i soci privati. Tuttavia a rendere tutto più complicato è la Corte Ue che — nonostante il quadro d’indirizzo generale europeo — in passato si era espressa a favore della norma italiana. In questo «ginepraio» giuridico tra Roma e Bruxelles pare si stia muovendo la ministra Paola De Micheli, che studia il modo per armonizzare la legge italiana alla direttiva europea e alla giurisprudenza della Corte Ue. Non fosse possibile, il piano alternativo è quello di trovare uno strumento normativo adeguato per liquidare i soci privati.
Una partita complessa, dicevamo, e la storia recente non è incoraggiante per una vicenda che va avanti dal 2014 (quando scadde la vecchia concessione) e che ha visto l’avvicendarsi di quattro governi. La senatrice Conzatti, dopo l’approvazione del suo emendamento, però auspica che ora una soluzione si trovi al più presto: «Da oggi in poi è prioritario che la società e i soci pubblici e privati avanzino a Roma una proposta unitaria e forte, per ottenere il rinnovo della concessione».
Conzatti che sempre in commissione Bilancio si è vista accogliere anche l’altro suo emendamento: che proroga al 31 dicembre 2023 (scadevano nel 2022) la data di scadenza delle concessioni delle centrali idroelettriche in mano a Provincia e Comuni di Trento e Rovereto.