Politica e filosofia: vita (e opere) di Carneri
Venerdì a Cles l’associazione Italia-Austria organizza un convegno per far conoscere la sua figura di intellettuale
Un uomo impegnato nella speculazione filosofica così come nella produzione e nella critica letteraria, animato da un’accesa passione per la battaglia politica: sono questi i tratti che connotano la personalità di Bartolomeo Carneri (Trento, 1821 – Maribor, Slovenia, 1909). l’associazione Italia-Austria di Trento e Rovereto e il Comune di Cles hanno fissato per venerdì 13 dicembre alle 18 al Palazzo Assessorile di Cles, un incontro per far conoscere alla comunità la sfaccettata figura di filosofo e letterato di Carneri, ultimo del ramo austriaco di famiglia clesiana e leader liberale al Parlamento di Vienna. Dopo i saluti istituzionali, interverranno Sergio De Carneri, Gianfranco Deflorian, Paola Maria Filippi e Paolo Mirandola.
Tra le opere più importanti di Carneri va ricordata la traduzione in tedesco della Divina Commedia di Dante che rappresenta a tutt’oggi un riferimento culturale per l’area di lingua tedesca. Di grande rilievo sono state anche le due opere Darvinismo e moralità e L’uomo moderno. Da segnalare, inoltre, il nutrito epistolario che Carneri intrattenne con il premio Nobel per la pace Bertha von Suttner, la laurea honoris causa in filosofia all’Università di Vienna, nomina a Cavaliere dell’Impero da parte di Francesco Giuseppe, e la sua ventennale attività di parlamentare.
«Il fatto è che Carneri era l’ultimo di un’autentica dynasty, di una famiglia che per quasi tre secoli aveva servito, nei gangli politici e di governo, in quelli culturali , in quelli della magistratura e della diplomazia, l’impero d’Austria, tanto da considerare la devozione a esso una sorta di missione trasmessa dai padri», spiegano gli organizzatori dell’evento.
Nonostante gli importanti problemi di salute, Carneri continuò a rapportarsi con la realtà esterna in conformità a quanto teorizzato nel suo libro L’uomo moderno, che ebbe vasta diffusione in Europa. «Fondato su una concezione della condotta umana ispirata allo stoicismo, che non prevede premi nell’aldilà, considera la virtù come premio a se stessa, e la felicità degli altri come condizione della propria. Conseguentemente, egli fu un uomo del dialogo, delle argomentazioni pacate fondate sul rispetto dell’interlocutore e su una naturale cortesia e sensibilità, affinate dall’impegno in una vasta produzione letteraria in tedesco, italiano, ungherese, e altre lingue europee», aggiungono gli orgala nizzatori.
La curva della sua vita coincise con quella del declino dell’Impero per lui, così convinto assertore del ruolo insostituibile dell’Impero d’Austria negli equilibri europei.