Ferrovia Rovereto-Riva, sì allo studio di fattibilità
Il governatore Maurizio Fugatti insiste sulla ferrovia tra Rovereto e Riva del Garda. Dopo averlo annunciato nei giorni scorsi, ieri il presidente della Provincia ha approvato, insieme alla sua giunta, una delibera per stanziare le risorse necessarie a elaborare uno studio di fattibilità del collegamento. Sono 50.000 gli euro fissati dall’esecutivo per il documento che analizzerà la possibilità di rilanciare una ferrovia che era già stata inaugurata nel 1891. E che potrebbe beneficiare di finanziamenti europei.
«Ferrovia Rovereto-Riva e Valdastico non sono in alternativa, ma complementari» ha spiegato quindi Fugatti nella sua replica in Aula al termine della discussione generale sul bilancio. «Nel basso Trentino — ha aggiunto — si registrano difficoltà nel campo economico e produttivo». Il rilancio, secondo il governatore, passa anche attraverso la realizzazione di infrastrutture, come la ferrovia, il collegamento Avio-Malcesine e la Valdastico, «che non paghiamo noi e che vedremo tra dieci anni se va bene».
Ma nella sua replica, il presidente ha affrontato anche le critiche mosse sul fronte dell’Autonomia. «La nostra coalizione è popolare e autonorare mista. Valori fascisti e nazisti? Noi siamo un’altra cosa». Occhi puntati quindi sul significato del termine «inclusivo», utilizzato da Fugatti nella sua relazione. «Quando parliamo del rapporto con gli immigrati, la nostra posizione è chiara: verso chi viene qui e si comporta bene non abbiamo nulla da eccepire, tenendo conto però che nei benefici pubblici i trentini devono avere un canale preferenziale. Per gi altri rimaniamo fermamente intransigenti». Essere inclusivi, ha precisato il governatore, «vuol dire saper ascoltare, stare in mezzo alla gente, uscire da quella forma di autoreferenzialità e superiorità di cui il Trentino si era invaghito negli ultimi 15 anni». Intanto a breve verrà presentato il nuovo piano di riorganizzazione del Cinformi.
E se sulla famiglia Fugatti ha annunciato di voler «lavonel medio periodo» sul tema dell’occupazione femminile, sull’Irpef il governatore ha sottolineato che «i soldi risparmiati con l’innalzamento della soglia del reddito per i beneficiari dell’esenzione dell’addizionale da 15.000 a 20.000 euro garantiranno altri servizi utili proprio a chi ha redditi più bassi».
Per quanto riguarda il corso di laurea in Medicina, il presidente non ha cambiato idea. «Vogliamo aprire il corso di laurea dall’anno accademico 2020-2021, partendo dal quinto anno». Con l’Università di Padova come partner privilegiato («Anche se dopo il nostro annuncio si sono fatte avanti Università che prima non sembravano interessate») ma con un dialogo — quantomeno auspicato — con l’ateneo trentino.
«Nessuna ingerenza politica», ha chiarito il governatore, sulla fuga dell’orso M49, mentre per quanto riguarda l’edilizia «come volano di sviluppo», il presidente ha accolto la sollecitazione di Ossanna del Patt promettendo di intervenire «con un piano di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico»: «Troveremo le risorse tramite Cassa del Trentino». Infine la scuola. E la necessità di ribadire il «no» alla droga. «Abbiamo incontrato i dirigenti scolastici pochi giorni fa» ha spiegato Fugatti. In quell’occasione, insieme al coordinatore delle attività progettuali a favore dei giovani sui temi delle dipendenze Federico Samaden, è stato presentato un decalogo di impegni per fare in modo che le scuole si attivino nella lotta contro la droga, dando vita a una rete di scuole «no drugs». Un’azione che poi si rivolgerà anche ai Comuni, alle Pro loco e alle associazioni sportive.
Intanto ieri in Aula è iniziato l’esame dei 72 ordini del giorno collegati alla manovra finanziaria (ai quali si aggiungono anche gli oltre 2.300 emendamenti).
In particolare, sul tavolo ci sono i due ordini del giorno che formano la «contro manovra» elaborata dalle opposizioni: due documenti esaminati durante una sospensione dei lavori e che approderanno in Aula lunedì. Ma che potrebbero trovare condivisione. «Sono un contributo al servizio della causa dell’Autonomia» ha ricordato Ugo Rossi (Patt).