Centrali, la giunta stringe sui rinnovi
Idroelettrico, pronto un disegno di legge. Tonina: «La Provincia potrà acquisire i beni funzionali»
TRENTO Lo spazio temporale — salvo sorprese — si è dilatato di un anno: rispetto al termine del 2022, le concessioni idroelettriche provinciali in scadenza dovrebbero proseguire fino al 2023, per allinearsi al resto d’Italia. «La proroga è già stata approvata dalla commissione bilancio del Senato» ha ricordato ieri il vicepresidente Mario Tonina. Che al termine della riunione di giunta ha presentato i contenuti del disegno di legge approvato in preadozione dall’esecutivo relativo proprio alle procedure di assegnazione della concessione delle 34 centrali idroelettriche della provincia. «Ci sarà un confronto nel Consiglio delle auidroelettrico tonomie e in terza commissione per un testo che consideriamo ancora aperto» ha assicurato Tonina. Indicando l’obiettivo del provvedimento: «Vogliamo valorizzare il ruolo della Provincia rispetto al controllo del patrimonio prevedendo, ad esempio, la facoltà di acquistare integralmente i beni funzionali all’esercizio delle concessioni e di individuare il piano degli investimenti».
Le concessioni da assegnare sono 17, con quella di Santa Giustina già in proroga. Di fatto, quindi, è in scadenza l’82% della produzione di energia elettrica trentina, per un fatturato di circa 240 milioni di euro all’anno. Non solo: dal sistema di canoni di utilizzo del patrimonio idroelettrico le ricadute economiche raggiungono un valore stimato di circa 100 milioni all’anno.
«La nostra idea — ha aggiunto Tonina guardando al prossimo rinnovo delle concessioni — è di programmare più gare, non limitandoci ad una». Con un’attenzione particolare verso Dolomiti energia: «È una gara, ma l’augurio è che l’esito sorrida a Dolomiti energia» ha aggiunto il vicepresidente, che ha scartato la possibilità di affidarsi a una società in house: «Non è possibile».
Nel disegno di legge si prevede, per la gara, l’adozione di una procedura ristretta, «dove la Provincia — ha precisato Tonina — potrà limitare gli operatori invitati secondo proporzionalità e criteri di selezione non discriminatori». E ancora: «Si intende garantire il presidio degli impianti sul territorio in termini di sicurezza
Priorità Sono 17 le concessioni da assegnare per un fatturato di 240 milioni di euro
e ambiente ed eliminare i meccanismi di rinnovo e proroga delle concessioni scadute in capo ai concessionari uscenti, superando così le contestazioni mosse dalla Commissione europea».
Ma il disegno di legge introduce anche un canone ambientale che sarà dedicato in particolare alle piccole derivazioni idroelettriche e che sarà destinato ai Comuni o alle forme associative tra enti locali. E dalla giunta è stato dato via libera, ieri, anche alla revisione dei canoni di concessione per il recupero dei costi ambientali delle derivazioni idriche.