Amianto, sono 885 gli edifici e i siti ancora da bonificare
Aggiornata la lista: dal 2012 trovati 1.667 beni
TRENTO Dal 2012, in Trentino, sono stati individuati 1.667 siti contaminati da amianto. Del totale, però, quasi la metà — vale a dire 782 — sono già stati bonificati. Ne mancano ancora 885: ma di questi, 155 sono interessati da una bonifica in atto, che però non risulta ancora conclusa.
È il quadro tracciato ieri dall’assessora alla salute Stefania Segnana, che in giunta ha presentato l’aggiornamento dell’elenco dei beni contenenti amianto: una lista che distingue i siti in base agli interventi necessari, indicandone il tipo di degrado e quindi la tempistica stabilita per il disinquinamento.
«Quotidianamente — ha spiegato Segnana — i proprietari di immobili contenenti amianto, l’Unità operativa di igiene e sanità pubblica dell’Azienda sanitaria e il Servizio politiche sanitarie della Provincia cooperano per aggiornare la mappatura dei siti non ancora censiti e per bonificare o controllare i siti contaminati». Con un obiettivo su tutti: «Tutelare la salute dei cittadini — ha sottolineato l’assessora — deve essere un priorità». Tornando ai numeri, gli immobili che oggi risultano avere un obbligo di bonifica sono 450 in totale, mentre sono 435 quelli che non presentano un obbligo urgente di disinquinamento, ma devono sottostare solo a una operazione di rivalutazione e di controllo. Ancora, per quanto riguarda l’ultimo semestre, i siti bonificati dall’amianto attraverso la rimozione del materiale inquinante — in questa fase ci si è concentrati soprattutto sulla copertura di immobili privati — sono stati circa 42.
Gli interventi di bonifica non possono però essere effettuati da chiunque: servono imprese specializzate iscritte allo specifico albo nazionale gestori ambientali.
Ma come viene individuato un sito contaminato? In sostanza, se un’amministrazione comunale ha il sospetto che nel proprio territorio sia presente una copertura con possibile presenza di amianto, non censita nell’elenco provinciale, può richiedere un sopralluogo direttamente all’Azienda per i servizi sanitari, in modo da scongiurare rischi per la salute dei propri cittadini. Inoltre, un Comune ha la possibilità di chiedere anche un sopralluogo motivato di un sito già inserito nell’elenco, nel caso venga rilevato un peggioramento dello stato di degrado.