Rurale Lavis, contro la fusione già oltre 200 le firme raccolte
Ne servono 300 per depositare il ricorso al tribunale di Trento I soci contrari intenzionati a presentarlo fra oggi e domani
TRENTO Il tempo stringe. L’atto di fusione che dovrebbe sancire la nascita della nuova Cassa rurale di Trento Lavis Mezzocorona Valle di Cembra dovrebbe essere firmato negli ultimissimi giorni dell’anno affinché la partenza della nuova banca, fissata per l’1 gennaio 2020, possa essere effettiva. È per questo che i rappresentanti dei soci contrari al progetto hanno pochissimo tempo per depositare il ricorso al tribunale di Trento contro l’esito dell’assemblea straordinaria del 22 novembre scorso che aveva dato il via libera alla fusione in mezzo alle polemiche. Sono intenzionati a farlo, infatti, fra oggi pomeriggio e domani. Per questo prosegue in maniera serrata la raccolta delle firme necessarie.
Ne servono almeno 300, pari al 5% del totale dei soci della Cassa rurale di Lavis Mezzocorona Valle di Cembra. Ieri, tuttavia, erano già state superate le 200 sottoscrizioni: i soci, insomma, dovrebbero farcela. A ogni modo ieri, a partire dalle 19, è continuata la raccolta all’oratorio di Mezzocorona e la possibilità di firmare è estesa anche alla mattinata di oggi dalle 8.30 alle 10, sempre nello stesso luogo. Anche nello studio del notaio Tiziano Gregori, a Mezzolombardo, è possibile apporre la propria firma in calce al ricorso. Anche se non proprio in maniera letterale: tecnicamente, infatti, non è ancora stato di fatto redatto. Ma i legali dello studio dell’ex presidente della Corte costituzionale Valerio Onida sono al lavoro giorno e notte convinti come sono della sua fondatezza, sia per quanto riguarda l’aspetto della mancanza dell’autorizzazione provinciale alla fusione, sia per le modalità che hanno regolato lo svolgimento dei lavori assembleari. Lo studio legale Onida Randazzo e associati di Milano sostiene l’esistenza di profili che potrebbero anche far dichiarare l’inesistenza della delibera. Gli avvocati stanno dunque studiando la strategia migliore per capire a quali profili di illegittimità della delibera dare più importanza anche se tutte le presunte irregolarità denunciate dai soci saranno sicuramente approfondite.
Di certo c’è che i sostenitori dell’irregolarità dell’assemblea del PalaRotari hanno poco tempo: tra oggi pomeriggio e domani sono intenzionati a depositare il ricorso al tribunale di Trento, a meno che non sopraggiungano accadimenti che possano portare a scelte diverse. Nello specifico, l’intervento della Federazione trentina della cooperazione oppure della Provincia, sollecitate dai «ribelli» nell’incontro di lunedì e anche dalla diffida inviata dallo studio legale. Una possibilità che rimane aperta, ma anche per questa eventualità vale lo stesso concetto: il tempo stringe. Dovrebbe verificarsi nelle prossime ore. E il presidente Tonina ieri ha dichiarato di volersi prendere il tempo di leggere i documenti, capire e poi valutare. Resta il fatto che i soci contrari alla fusione non hanno intenzione di fermarsi nè tantomeno indietreggiare.