Via Pietrastretta, attivare il senso unico a scendere
Gentile assessore Salizzoni,
in queste ultime settimane abbiamo letto articoli e lettere che testimoniano come l’introduzione del senso unico a salire su via Pietrastretta abbia innescato molti dubbi e contrarietà. È dunque una buona occasione per inviarle alcune riflessioni, nell’ottica di offrire un contributo fattivo all’individuazione della scelta più razionale.
Innanzitutto è giusto rimarcare che il Consiglio dell’Argentario non è stato coinvolto a nessun livello, né durante il processo di analisi dei problemi, né in quello decisionale; ciononostante Pietrastretta sia da sempre una via molto utilizzata da chi vive nei sobborghi dell’Argentario.
Non ci è stato sottoposto nessun progetto viabilistico e la decisione di vietarne l’uso in discesa è stata una scelta unilaterale e comunque non ci risulta essere il risultato di un riordino generale della viabilità collinare. È fuor di dubbio che la scelta d’introdurre su via Pietrastretta il senso unico in salita (seppur in via sperimentale per sei mesi) toglie ai residenti della collina un’importante via di accesso alla città che sono ora costretti a infilarsi in Piazza Venezia con l’evidente risultato di congestionare ulteriormente un incrocio che, nei momenti di punta, necessita mediamente di 15 minuti per essere superato; oppure, in alternativa, devono portarsi fino alla rotonda dei caduti di Nassiria, allungando di non poco un tragitto, già assoggettato a un traffico pesante.
A nostro avviso sarebbe più razionale e maggiormente condivisibile attivare il senso unico a scendere, mantenendo invariato il potenziale viabilistico per chi ha bisogno di entrare in città, introducendo piuttosto il divieto di utilizzare via Pietrastretta in salita, tenuto conto che esistono due alternative, peraltro vicinissime a via Pietrastretta, per chi desidera salire in collina partendo dalla città: via della Pontara e via dei Solteri.
Va esplicitato che la nostra posizione non è aprioristica e che i sobborghi della collina sono disponibili a prendere in considerazione anche scelte viabilistiche localmente penalizzanti, a patto però che siano il frutto di un piano più generale condiviso, con comprensibili ricadute positive a livello generale.