Boccia: «Gli investimenti con il debito controllato»
Il ministro Boccia ha incontrato il presidente Fugatti «Non mi convince la neutralità fiscale, tavolo tecnico per tutelare le casse provinciali»
No alla clausola di neutralità fiscale e via libera invece a un «debito controllato» che permetta di sostenere gli investimenti a lungo periodo. Questa la soluzione indicata dal ministro Boccia nell’incontro di ieri con il governatore Fugatti sull’impatto della finanza romana.
TRENTO I volti sono distesi. Del resto, sorridono, «siamo entrambi juventini». E la condivisione della «fede» calcistica in Italia, assicura subito Maurizio Fugatti, «è già un buon punto di partenza». Al termine del primo incontro istituzionale in casa trentina (in agenda ieri mattina), il governatore provinciale e il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia scambiano ancora qualche battuta prima di sintetizzare l’esito di un confronto che — passione bianconera a parte — ha mostrato inevitabilmente esigenze e visioni diverse. Ma che sul delicato nodo dell’impatto delle manovre fiscali nazionali sul bilancio locale ha aperto una direzione importante: se infatti Boccia ha chiarito di non intravvedere nella neutralità fiscale una reale soluzione, il ministro ha indicato la strada del «debito controllato» come possibilità per stimolare investimenti sul territorio. Creando tavoli tecnici ad hoc e lavorando, fin dalla prossima settimana, con la Commissione dei Dodici (presente all’incontro anche il presidente Fabio Scalet).
«Questo è un territorio esigente e dinamico» ha ammesso il ministro. Che ha lodato la concretezza dei trentini. Ma ha anche chiarito gli ambiti «con lealtà e franchezza»: «Non avete bisogno — ha detto a Fugatti — di un governo amico, ma di un governo serio. Non ho alcuna intenzione di raccontare o avviare percorsi non sostenibili».
Da queste basi è partito il dialogo con il governatore. Che ha posto subito un punto fermo: «L’accordo di Milano del 2009 e il patto di garanzia del 2014 — ha ricordato il ministro — sanavano condizioni passate, tanto che questa terra, in un determinato momento, ha avuto più risorse di quelle di cui aveva bisogno. Oggi è necessario aprire una stagione nuova». Che non guardi al passato e che «non discuta nemmeno dei dossier di brevissimo tempo». Ma che «affronti in modo strutturale, pensando al futuro», le questioni dell’Autonomia. «Siamo consapevoli che i patti terminano nel 2022 — ha proseguito Boccia — ma pensare, nel 2022, di ricominciare come se fosse ancora il 2009 sarebbe un errore per tutti».
Si è entrati quindi nel cuore del tema cardine dell’incontro. Ossia i rapporti finanziari tra Trento e Roma. E in particolare il nodo della riduzione della pressione fiscale, «che — ha aggiunto Boccia — riduce certamente le entrate, ma crea vantaggi per i cittadini, i consumatori e le imprese. A Trento come a Bari e a Palermo». In questo quadro — e di fronte ai timori già espressi dalla Provincia per le ripercussioni delle scelte centrali sul bilancio — Boccia ha guardato al prossimo incontro di Palermo con tutti i presidenti delle Regioni e delle Province a statuto speciale. Anticipando l’intenzione di aprire, subito dopo, dei «tavoli tecnici specifici» per ogni specialità «in modo da avviare un ragionamento sul medio e sul lungo periodo». Discutendo anche dell’«impatto di alcune misure che non cambieranno nei prossimi anni». E toccando anche il tasto del debito. «Siamo una Provincia — ha chiarito Fugatti — che non si è mai indebitata, ma le regole dello Stato ci limitano». In sostanza, oggi esiste un vincolo secondo il quale solo chi ha già fatto debito in precedenza può continuare a farlo entro il limite delle somme rimborsate. Ergo: il Trentino virtuoso, paradossalmente, viene penalizzato. «Su questo possiamo aprire» ha concesso il ministro. Prospettando «un meccanismo di forte responsabilità, con aiuto agli investimenti sostenibili» e parlando della possibilità di «aprire un dibattito serio sul debito controllato per il sostegno di investimenti di lungo termine».
Non solo: guardando al bilancio provinciale, in un tempo di «progressiva riduzione fiscale», si dovrà ragionare su «una idea condivisa»: «Io e Fugatti ci divideremo sempre sulle ricette di riduzione fiscale, ma se l’impatto a livello provinciale riduce le entrate, a un certo punto è necessario mettere a disposizione degli strumenti». Non affidandosi — ha avvertito il ministro — a «interventi à la carte, con il rischio di trasformare la specialità in un ostacolo, smentendo noi stessi», ma costruendo «meccanismi strutturali» all’interno dei tavoli tecnici e nel dialogo portato avanti all’interno della Commissione dei Dodici. Con un occhio al bonus Renzi: «È probabile che diventi una detrazione, anche se aspetterei di vedere cosa si decide dal governo e dal ministero. Ma se la prossima settimana si partirà con il lavoro nei Dodici e nei Sei per valutare l’impatto di alcune fiscalizzazioni, si potrà arrivare con una soluzione in corrispondenza dell’uscita del decreto legislativo». Attenzione però: «Vorrei che vengano esclusi i blitz notturni, che danno l’euforia di una notte. Io le norme preferisco costruirle a mezzogiorno, alla luce del sole». E la neutralità fiscale tanto auspicata anche a livello consiliare? Boccia ha fatto capire di non considerarla un’opzione. «Non mi convince» ha detto.
Soddisfatto Fugatti, che prima del vertice si è trasformato in guida per mostrare al ministro la suggestiva sala Depero. «Il dialogo avviato con il ministro — ha detto — è positivo e confidiamo possa portare nel medio periodo all’individuazione di un percorso per tutelare il bilancio».