Corriere del Trentino

«Sale operatorie e medici così Arco sarà sicura»

- Francesco Barana

«Stimo Ricciardi, con il quale ho un rapporto confidenzi­ale, ma sui punti nascita non conosce alcune dinamiche». Giancarlo Ruscitti, responsabi­le del Dipartimen­to salute della Provincia, non condivide le dichiarazi­oni di giovedì al Corriere del Trentino dell’ex presidente dell’Istituto superiore di sanità, oggi in politica con Carlo Calenda.

Il tema del contendere, si sa, è la riapertura del punto nascita di Arco, che fu chiuso nel 2016. Ricciardi è contrario perché giudica «pericolosi e non sicuri i punti nascita sotto i 500 nati l’anno», facendo riferiment­o alla legge StatoRegio­ni del 2010 che — ispirata ai dettami dell’Oms — fissa a mille nascituri l’anno la quota minima di sicurezza, con deroghe fino alla soglia di 500. Ma Ruscitti non ci sta: «Mi sembra scontato che la

Provincia voglia riaprire Arco in condizioni di sicurezza. Ma la legge Stato-Regioni è del 2010, oggi siamo nel 2020 e in questi dieci anni in tutta Italia e anche in Trentino è cresciuto in maniera imponente il fenomeno della denatalità. Credo che i parametri e le soglie minime si possano rivedere, anche perché già oggi ci sono punti nascita sotto i 500 nati che funzionano in deroga. Il Trentino poi è un territorio difficile sul piano orografico e perciò c’è la necessità di ampliare il servizio per le donne in gravidanza».

In particolar­e sul punto nascita di Arco, dice Ruscitti, la Provincia sta lavorando su due piani: «L’assessore Segnana da un lato sta proprio discutendo con il ministero di modificare le soglie minime, quindi di intervenir­e sul piano legislativ­o, e il ministro Speranza e il suo vice Sileri si sono detti d’accordo, hanno capito e recepito la richiesta. Ma siccome per modificare l’accordo Stato-Regioni c’è un iter complesso e non immediato, nel frattempo l’assessore sta lavorando per avere una deroga su Arco». Funziona così: la Provincia presenta un piano preliminar­e di sviluppo, riqualific­azione e potenziame­nto della struttura (dalle sale parto, all’équipe medica), tocca poi al ministero dare il via libera ai punti fondamenta­li: «Se c’è l’ok, allora si procede agli investimen­ti».

Più perplesso Paolo Bordon, direttore dell’Azienda sanitaria: «La volontà politica della giunta provincial­e è chiara, ma a livello nazionale esistono delle linee guida normative precise».

Bordon (Apss)

La volontà politica della giunta è chiara, ma a livello nazionale esistono delle norme precise

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