Vallagarina e Rovereto, fusione ferma
La fusione tra le Rurali della Vallagarina e di Rovereto, caldeggiata da Cassa Centrale Banca, è al palo; la banca di Rovereto è in sofferenza e i sindacati vogliono vederci chiaro.
TRENTO Aprile 2019: dalla fusione delle Casse rurali Adamello Brenta, Pinzolo e val Rendena nasce la nuova Rurale Adamello, che due mesi fa ha annunciato il «matrimonio», previsto per il mese di luglio, con Giudicarie Valsabbia Paganella. A luglio la Rurale di Lizzana si è unita con l’Alta Vallagarina, mentre alla fine dello scorso anno è stato depositato l’atto della contestatissima fusione fra le Casse di Trento e Lavis Mezzocorona Valle di Cembra. Il percorso sembra piuttosto spedito, eppure c’è una fusione, caldamente raccomandata da Cassa centrale banca, che pare ferma al palo: quella tra le Casse rurali di Rovereto e Vallagarina.
L’indicazione della capogruppo era arrivata alla fine di marzo dello scorso anno: o Rovereto si fonde in un’operazione a quattro con le tre banche lagarine (ipotesi di fatto non realizzabile visto che Lizzana ha scelto l’Alta Vallagarina) o diventa una costola di Vallagarina, la banca di Ala, che ha accumulato un patrimonio di 75 milioni di euro e dovrebbe chiudere il bilancio 2019 con un utile di 4 milioni (superiore ai 3,2 dell’esercizio 2018). L’istituto di credito conta inoltre di aprire già nel corso del 2020 due nuove filiali in Veneto, una a Verona e una in Valpolicella: le autorizzazioni di Banca d’Italia e di Cassa centrale sono già in mano alla dirigenza. La Cassa rurale di Rovereto, invece, seppure in via di risanamento, è a oggi l’unica banca del gruppo in sofferenza: i conti vanno male da tempo e l’erosione del patrimonio è stata costante, portandolo a 15,06 milioni di euro nel 2018 (erano 73,99 nel 2013). Per la prima volta dopo anni, però, il 2019 dovrebbe chiudere con un piccolo utile: il punto della situazione verrà illustrato ai soci a inizio febbraio.
Vincolati dal patto di riservatezza firmato in luglio, i vertici delle due banche non si sbottonano. Ma è chiaro ormai che il processo di fusione stia attraversando una fase complicata. In virtù dell’accordo di luglio le Rurali avrebbero dovuto analizzare i rispettivi bilanci, scambiarsi dati e mettere a fattor comune tutta una serie di informazioni, ma il processo non sta funzionando.
I sindacati rimangono alla finestra, in attesa di scoprire le prossime mosse. «C’è bisogno di capire meglio quale sia la prospettiva – sostiene il segretario della Fabi Domenico Mazzucco – serve un progetto che dia una stabilità alla realtà aziendale di Rovereto. Si deve poter contare su una realtà che abbia una prospettiva e siamo in attesa di capirla meglio».