Rovereto, il Pd da Valduga per negoziare l’alleanza
Assemblea tesa, passa il lodo Tonini: «Ripetiamo l’intesa Patt-Ianeselli»
Il Pd roveretano
ROVERETO sposta la linea del conflitto avanti di qualche giorno e mutua l’accordo tra Franco Ianeselli e il Patt a Trento come modello da riprodurre nella città di della Quercia. I dem incontreranno, cioè, il sindaco Francesco Valduga per valutare una convergenza senza entrare eventualmente nella coalizione dei civici. È il lodo presentato da Giorgio Tonini, capogruppo provinciale, che allontana lo spettro di una brutale rottura subito, ma che rischia solo di spostare la linea temporale.
Il Pd roveretano è spaccato. Da Trento, per l’assemblea che doveva ratificare la decisione di sostenere Francesco Valduga come candidato sindaco, è arrivata anche la delegazione provinciale con la segretaria Lucia Maestri, la presidente Minella Chilà, i consiglieri provinciali Giorgio Tonini e Alessandro Olivi. Un’assemblea divisa a metà, una parte che sostiene la necessità di convergere su Valduga per sconfiggere la Lega e una parte che «fuori tempo massimo» ha presentato una candidatura alternativa a Valduga, quella di Maurizio Cau. «Ci fa piacere che ci siano persone interessate a impegnarsi in politica — ha esordito i segretario cittadino Carlo Fait — e mi dispiace che non ci sia stata la possibilità di un confronto». E da parte dell’assemblea un sonoro brontolio e un accenno di fischio di disapprovazione. Ma è la questione politica che giustifica il sì al sindaco uscente: «Non possiamo riproporre lo stesso schema del no al Rossi bis, che ha portato alla vittoria della destra. Rompere l’alleanza sarebbe irresponsabile e grave, dobbiamo tenere unito il fronte», ha affermato Fait. Un fronte che conta, oltre ai civici valdughiani, il Patt, l’Upt, Futura.
Da parte di chi Valduga non lo avrebbe voluto le argomentazioni sono altre: «Quel candidato non potrà mai unire la città», ha sostenuto Nicola Simoncelli della segreteria cittadina. Posizione che condivide anche il collega consigliere Mario Airoldi: «Non possiamo noi consiglieri cancellare con un colpo di spugna 5 anni di mancanza di ascolto delle nostre istanze, non possiamo sostenere il sindaco di un’amministrazione assente sulle risposte alla città».
Altri hanno chiesto le primarie, ed è spuntato anche il «lodo Tonini», la proposta del consigliere provinciale: «Sembra di assistere a un dibattito sulla sconfitta. Ma non abbiamo ancora votato, possiamo anche vincere. Qui ci sono due tesi, due parziali verità che devono trovare sintesi». E la sintesi è questa: «Potremmo negoziare direttamente con Valduga, come ha fatto il Patt a Trento».
Alti interventi, altre proposte, tutte per evitare la spaccatura dell’assemblea, «dannosa e pericolosa».
Sulle primarie è tornato Roberto Pinter: «Verifichiamo se Valduga è ancora popolare». Significa però tornare al tavolo della coalizione con un altro nome, sconfessando quindi il segretario che ha firmato il documento che indicava Valduga come candidato sindaco. «La mozione che io propongo all’attenzione dell’assemblea — ha spiegato l’ex assessore provinciale — sostiene l’alleanza politica con la coalizione, ma allo stesso tempo ritiene necessaria la ricerca a una nuova candidatura che sia di sintesi». Non Valduga quindi, aggiungendo che siano le primarie lo strumento da considerare per la scelta del candidato sindaco.
Al voto va per prima la proposta di mediazione, quella di Tonini, che ottiene la maggioranza dei voti. Le mozioni contrapposte sono quindi archiviate e per ora si è spostata — forse solo per un po’ — la spaccatura del partito democratico. Ora si apre una nuova fase: la negoziazione bilaterale Pd-Valduga.