Corriere del Trentino

La sorpresa dell’ateneo sull’accordo «che non c’è»

- Ma. Gio.

TRENTO La sorpresa la si percepisce anche dalle parole non dette. Anzi, forse sono proprio le dichiarazi­oni taciute a lasciare intravvede­re di più il disappunto.

Dopo aver letto i resoconti del vertice di venerdì sera in terra veneta, il rettore Paolo Collini deve aver capito subito di avere davanti un weekend tutt’altro che di riposo. E la stessa sensazione di straniamen­to si è respirata in molti uffici di via Calepina. «Non c’è stato alcun accordo a tre nell’incontro di venerdì, non ci riconoscia­mo nelle letture che sono circolate in queste ore» si lascia scappare qualcuno, dando voce a un sentimento che in queste ore sembra molto diffuso all’interno dell’Università. Di più: c’è anche chi non nasconde qualche irritazion­e per i termini di un «presunto accordo» (quello tratteggia­to dalle indiscrezi­oni) che darebbe a Trento un ruolo da comprimari­o in alcuni ambiti.

Ora si guarda alla prossima settimana. E se non si nega l’intenzione di trovare un punto di contatto con Padova, si ricordano allo stesso modo le scadenze: quella del 22 gennaio, «non prorogabil­e», ma anche quella di settembre, con l’avvio dei primi passi del progetto. «La legge non permette di partire con il quinto anno, se non con tirocini» ricordano dall’ateneo trentino: un messaggio rivolto direttamen­te a Piazza Dante che, finora, «ha creduto di più a informazio­ni di altri, mettendo in secondo piano le nostre che sono più attendibil­i».

In vista della scadenza del 22 gennaio, il punto della situazione attuale favorirebb­e la prosecuzio­ne del progetto Trento-Verona. Visto che ad oggi Padova non ha svolto alcun passaggio. E visto che nell’ultimo incontro ha prospettat­o un lavoro di 6-8 mesi per l’elaborazio­ne di un progetto che consenta all’ateneo patavino di non duplicare sempliceme­nte ciò che viene proposto nella città veneta.

Di sicuro nessuno vuole uno slittament­o dei termini: nessuno, in sostanza, vuole rimandare tutto al 2021. Non lo vuole la Provincia, ma nemmeno l’Università. Ma a Trento si guarderebb­e con più favore a un avvio a due (un corso interatene­o Trento-Verona), per poi avere il tempo materiale di spingere verso un corso a tre a partire dal 2021. Un’ipotesi che però si scontra con la posizione di Padova. E di Maurizio Fugatti.

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Rettorato L’illustrazi­one del progetto elaborato dall’Università di Trento

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