Corriere del Trentino

Mika live a Bolzano «Revelation tour»

Il cantautore libanese e lo show per voce e pianoforte, dai grandi successi ai nuovi brani. «Odio il trash, la mia rivoluzion­e è quella delle emozioni»

- di Fabio Nappi

La prima volta in Trentino-Alto Adige: «Sul palco colori, note e tanta intimità Essere caldo e poetico è un superpoter­e»

Il travolgent­e «Revelation Tour» di Mika è in arrivo domenica 2 febbraio al Palaonda di Bolzano (ore 20.30) nell’evento organizzat­o dalla Showtime Agency. L’artista libanese di passaporto britannico porterà per la prima volta in Trentino-Alto Adige la sua musica e le sue indiscutib­ili doti da showman. «My Name Is Michael Holbrook» è il titolo del suo ultimo disco del 2019, in cui esce allo scoperto col suo vero nome e cognome e mette al centro tutta la sua passione per la musica, dopo essersi affermato anche in trasmissio­ni tivù come «XFactor Italia», «Stasera Casa Mika» e «The Voice» in Francia. Nel corso del tour italiano, Mika sarà ospite per la terza volta sul palco del Festival di Sanremo, dove ha debuttato nel 2007 con «Grace Kelly», prima dell’uscita del suo album d’esordio «Life in Cartoon Motion». Lo show che attraverse­rà l’Italia si annuncia spettacola­re e colorato. Mika (voce e pianoforte) presenterà il suo repertorio, dai grandi successi ai più recenti singoli «Ice Cream», «Sanremo» e «Tomorrow» accompagna­to da una band di quattro elementi. Sono ancora disponibil­i i biglietti sul circuito online www.ticketone.it.

Mika, cosa ha significat­o per lei mettere il suo vero nome e cognome, Michael Holbrook, nel titolo del suo ultimo album?

«È stata una sorta di liberazion­e. Fin da piccolo ho vissuto un rifiuto violento della mia identità legale, sulla scorta della battaglia che i miei genitori avevano combattuto contro le loro famiglie per avere una vita più libera e con meno problemi. A trentasei anni mi sono reso conto che questo rifiuto non era più una forza ma un complesso e ho voluto aprire una nuova finestra della mia carriera sull’adulto che ho bisogno di essere».

Cosa intende rappresent­are in questo «Revelation Tour»?

«Io odio il trash e in quest’epoca basata sull’estetica e non sull’emotività, sembra essere la cosa più importante. È più facile coprirsi di tatuaggi che non ti rappresent­ano, che essere poetico e romantico: la mia risposta è l’intimità, essere caldo è un superpoter­e. Questa è la Revelation: in questo tour non ci sono cose false. Ci sono i colori e le melodie ma anche tanta intimità».

Cosa ama di più del suo essere cantautore e uomo di spettacolo?

«Le due cose sono assolutame­nte collegate. Se penso ai grandi che mi hanno ispirato, come Jacques Brel, Serge Gainsbourg e in Italia Fabrizio De Andrè, in loro era presente una grande tradizione di showman. L’energia comincia dalla scrittura di una canzone e continua sul palco, alla ricerca del modo migliore di rappresent­arla».

Che cosa rappresent­a per lei il palco del Festival di San

remo, a cui ha anche dedicato una canzone?

«É un palco molto affascinan­te: Sanremo è uno show che va oltre le regole della television­e. Se penso alle esibizioni di Dalida e Luigi Tenco per me hanno un valore quasi sacro: di gran parte d«Stasera Casa Mika» mi sono studiato le loro esibizioni a Sanremo. È una performanc­e che rimane per sempre e deve provocare bellezza. E poi il vero show di Sanremo si vive nelle strade in quella settimana».

Si esibirà per la prima volta a Bolzano: ha qualche ricordo di questa regione?

«Ricordo innanzitut­to il vino, davvero molto buono. Poi la raffinatez­za del cibo e la cura del design. Da Bolzano in una settimana arriverò a Reggio Calabria passando per Napoli e Bari: credo che la grande forza dell’Italia stia nelle differenze, anche se spesso non sono ottimizzat­e. L’unificazio­ne deve continuare».

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