Violenze, alcol, infortuni: piaghe che preoccupano
L’allarme della presidente della Corte Incidenti e alcol: 300 casi in regione Carcere di Bolzano, Servetti scuote la Provincia: «Ci dia tempi certi»
La relazione della Direzione nazionale antimafia preoccupa. Malgrado la resistenza, il Trentino Alto Adige è sempre più terra di conquista della criminalità organizzata. Tentativi che non sono comunque radicalizzati.
Il Trentino Alto Adige
TRENTO resiste. Ma è sempre più terra di conquista della criminalità organizzata anche di tipo mafioso. La relazione della Direzione nazionale antimafia non può non preoccupare. D’altronde è difficile immaginare che la mafia non nutra alcun interesse verso un territorio ricco e che tutto sommato ha resistito anche alla crisi economica come quello del Trentino Alto Adige.
Ma Giovanni Ilarda, procuratore generale, precisa: «Ancora una volta debbo confermare l’assenza di acquisizioni giudiziarie che dimostrino un radicamento della criminalità organizzata».
Questo non significa che non ci sia un interesse e «non vi possano essere stati tentativi di penetrazione del tessuto economico e produttivo da parte di esponenti della criminalità organizzata che oggi — evidenzia il procuratore generale — non ha più il volto di chi si nascondeva nella campagne mangiando cicoria, né quello delle belve stragiste. Oggi i rappresentanti del crimine organizzato si presentano in giacca e cravatta per investire capitali».
Fasce deboli
Preoccupa maggiormente l’aumento, purtroppo non solo regionale, dei reati contro le donne e in famiglia. «Un problema sociale di dimensioni endemiche e universalmente presente», ha ricordato la presidente della Corte d’appello di Trento, Gloria Servetti. In regione si parla di un aumento del 19% dei reati contro la libertà sessuale, del 22%delle denunce di stalking e del 39% delle denunce per maltrattamenti in famiglia. Soffermando lo sguardo solo sui dati relativi al Trentino si scopre che nel 2019 sono stati aperti 63 fascicoli (erano 53 l’anno precedente) e i reati di maltrattamento in famiglia sono passati da 115 a 160. Nell’ambito della violenza di genere nel corso del 2019 la questura di Bolzano ha emesso 32 provvedimenti e la questura di Trento 190. I numeri sono eloquenti.
Alcol e incidenti
Un’altra grande emergenza regionale, purtroppo testimoniata anche dalla recente terribile tragedia di Lutago, riguarda la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti e gli incidenti stradali. Un triste binomio che spesso contraddistingue le statistiche. Gli incidenti stradali causati dall’alcol e dagli stupefacenti in regione sono quasi 300. Sono aumentati anche i procedimenti per reati di omissione di soccorso sia a Trento che a Bolzano. E se in Trentino si registra una lieve flessione delle contestazioni per guida in stato di ebbrezza (sono passate dalle 476 alle attuali 443 iscrizioni), mentre sono aumentate del 10% le contestazioni relative alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti (da 29 a 32).
Giustizia minorile
Analizzando il lavoro dei magistrati del Tribunale dei minori, che purtroppo registra una sofferenza di organico, è curioso scoprire il desiderio di molte coppie di adottare bambini. Dato che può e va letto in chiave sociale. Le domande di disponibilità di adozione pendenti sono 763 e quelle presentate nel corso dell’anno sono 247. Al Tribunale dei minori di Bolzano è aumentato invece il numero dei reclami in particolate relativi a coppie di albanesi che per assicurare l’accesso dei figli al sistema scolastico e sanitario chiedevano l’autorizzazione a restare in Italia. Richiesta, però, respinta.
Allarme carcere
Ma a fronte di una giustizia che comunque funziona e con poche pendenze, come ha sottolineato Servetti, l’inaugurazione dell’anno giudiziario è stata l’occasione per la presidente Servetti di lanciare un nuovo grido d’allarme sul carcere, in particolare quello di Bolzano. «È in una struttura vetusta non più compatibile con la permanenza sia della popolazione detenuta che del personale». Manca un direttore e c’è solo un educatore, «è impossibile garantire la copertura sanitaria a tempo pieno». Servetti sprona la Provincia, citando le parole di papa Francesco sul rischio che le carceri diventino «polveriere di rabbia». «La Provincia dia rassicurazioni convincenti quantomeno sui tempi di attesa per il completamento della nuova struttura».