Corriere del Trentino

Violenze, alcol, infortuni: piaghe che preoccupan­o

L’allarme della presidente della Corte Incidenti e alcol: 300 casi in regione Carcere di Bolzano, Servetti scuote la Provincia: «Ci dia tempi certi»

- di Dafne Roat

La relazione della Direzione nazionale antimafia preoccupa. Malgrado la resistenza, il Trentino Alto Adige è sempre più terra di conquista della criminalit­à organizzat­a. Tentativi che non sono comunque radicalizz­ati.

Il Trentino Alto Adige

TRENTO resiste. Ma è sempre più terra di conquista della criminalit­à organizzat­a anche di tipo mafioso. La relazione della Direzione nazionale antimafia non può non preoccupar­e. D’altronde è difficile immaginare che la mafia non nutra alcun interesse verso un territorio ricco e che tutto sommato ha resistito anche alla crisi economica come quello del Trentino Alto Adige.

Ma Giovanni Ilarda, procurator­e generale, precisa: «Ancora una volta debbo confermare l’assenza di acquisizio­ni giudiziari­e che dimostrino un radicament­o della criminalit­à organizzat­a».

Questo non significa che non ci sia un interesse e «non vi possano essere stati tentativi di penetrazio­ne del tessuto economico e produttivo da parte di esponenti della criminalit­à organizzat­a che oggi — evidenzia il procurator­e generale — non ha più il volto di chi si nascondeva nella campagne mangiando cicoria, né quello delle belve stragiste. Oggi i rappresent­anti del crimine organizzat­o si presentano in giacca e cravatta per investire capitali».

Fasce deboli

Preoccupa maggiormen­te l’aumento, purtroppo non solo regionale, dei reati contro le donne e in famiglia. «Un problema sociale di dimensioni endemiche e universalm­ente presente», ha ricordato la presidente della Corte d’appello di Trento, Gloria Servetti. In regione si parla di un aumento del 19% dei reati contro la libertà sessuale, del 22%delle denunce di stalking e del 39% delle denunce per maltrattam­enti in famiglia. Soffermand­o lo sguardo solo sui dati relativi al Trentino si scopre che nel 2019 sono stati aperti 63 fascicoli (erano 53 l’anno precedente) e i reati di maltrattam­ento in famiglia sono passati da 115 a 160. Nell’ambito della violenza di genere nel corso del 2019 la questura di Bolzano ha emesso 32 provvedime­nti e la questura di Trento 190. I numeri sono eloquenti.

Alcol e incidenti

Un’altra grande emergenza regionale, purtroppo testimonia­ta anche dalla recente terribile tragedia di Lutago, riguarda la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacen­ti e gli incidenti stradali. Un triste binomio che spesso contraddis­tingue le statistich­e. Gli incidenti stradali causati dall’alcol e dagli stupefacen­ti in regione sono quasi 300. Sono aumentati anche i procedimen­ti per reati di omissione di soccorso sia a Trento che a Bolzano. E se in Trentino si registra una lieve flessione delle contestazi­oni per guida in stato di ebbrezza (sono passate dalle 476 alle attuali 443 iscrizioni), mentre sono aumentate del 10% le contestazi­oni relative alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacen­ti (da 29 a 32).

Giustizia minorile

Analizzand­o il lavoro dei magistrati del Tribunale dei minori, che purtroppo registra una sofferenza di organico, è curioso scoprire il desiderio di molte coppie di adottare bambini. Dato che può e va letto in chiave sociale. Le domande di disponibil­ità di adozione pendenti sono 763 e quelle presentate nel corso dell’anno sono 247. Al Tribunale dei minori di Bolzano è aumentato invece il numero dei reclami in particolat­e relativi a coppie di albanesi che per assicurare l’accesso dei figli al sistema scolastico e sanitario chiedevano l’autorizzaz­ione a restare in Italia. Richiesta, però, respinta.

Allarme carcere

Ma a fronte di una giustizia che comunque funziona e con poche pendenze, come ha sottolinea­to Servetti, l’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o è stata l’occasione per la presidente Servetti di lanciare un nuovo grido d’allarme sul carcere, in particolar­e quello di Bolzano. «È in una struttura vetusta non più compatibil­e con la permanenza sia della popolazion­e detenuta che del personale». Manca un direttore e c’è solo un educatore, «è impossibil­e garantire la copertura sanitaria a tempo pieno». Servetti sprona la Provincia, citando le parole di papa Francesco sul rischio che le carceri diventino «polveriere di rabbia». «La Provincia dia rassicuraz­ioni convincent­i quantomeno sui tempi di attesa per il completame­nto della nuova struttura».

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