Corriere del Trentino

Ciabatte, sorrisi e caffè in paese: «Stiamo bene»

- di Donatello Baldo

TRENTO Ciabattine da albergo, tuta da ginnastica, i quattro studenti cinesi in isolamento volontario a Sardagna sembrano quasi divertiti della situazione: «Stiamo bene, non abbiamo febbre. Ci hanno chiesto di passare qualche giorno qui, abbiamo accettato». Una ragazza e tre ragazzi, due di loro dottorandi e due in Trentino per la mobilità internazio­nale. Meno divertiti i residenti, soprattutt­o il titolare del bar Trento Alta che si affaccia sulla stessa piazza: «Io non ne sapevo niente di tutto questo. Giovedì uno di questi ragazzi è entrato, ha bevuto un cappuccino, senza mascherine né altro. Continuano a uscire — dice spaventato e arrabbiato — ma dovrebbero rimanere dentro se sono in isolamento».

«Sì — ammette uno dei ragazzi cinesi — sono andato io al bar. Ed è vero, non avevo la mascherina. Mi scuso, non lo farò più», promette sorridendo. Tutta questa apprension­e sul pericolo del contagio non la avvertono, ripetono che sono in salute, che sintomi non ne hanno, che la scelta di trascorrer­e lì 15 giorni in attesa dell’eventuale manifestar­si dei sintomi del coronaviru­s è volontaria: «Abbiamo accettato per ragioni di salute pubblica, per far sentire più tranquilla la popolazion­e. Staremo qui due settimane, ma stiamo bene, non siamo malati».

Nel primo pomeriggio di ieri i ragazzi erano all’esterno della struttura, mentre da un furgoncino scendevano gli addetti alla consegna dei pasti con tanto di mascherina e guanti per proteggers­i da eventuali virus: «Veniamo qui tre volte al giorno per colazione, pranzo e cena. Ci hanno detto di indossare le protezioni, altro non sappiamo». Negli scatoloni termici il pranzo, che uno dei ragazzi cinesi porta all’interno della struttura, di sopra. «Per ora assaggiato solo la colazione — spiegano i ragazzi — latte, marmellata, caffè, biscotti. Non sappiamo quello che ci hanno portato per il pranzo, vedremo». Ma non sembrano lamentarsi del cibo, è un’altra la preoccupaz­ione: «Manca il wi-fi». Vorrebbero studiare, navigare in internet senza paura di finire i giga sul telefono. Le richieste sono state poche: «Appena arrivati — spiega un responsabi­le della provincia che ha provveduto all’allestimen­to degli alloggi — hanno chiesto soltanto le scrivanie per poter studiare».

Ma isolati a Sardagna, dentro un edificio fatiscente, confinati nelle stanzette del secondo piano, durante l’intera giornata non c’è soltanto lo studio: «La maggior parte del tempo l’abbiamo passata dormendo — ammettono divertiti — e poi chiacchier­iamo tra noi, sentiamo amici e parenti». Parenti che sanno della loro situazione: «Sì, li abbiamo informati di tutto».

A qualche decina di metri di distanza, accanto al titolare del bar, anche un residente del sobborgo: «Hanno deciso di metterli in una struttura fatiscente, che non è agibile. È una presa in giro. E poi non è un posto isolato questo, c’è l’arrivo della funivia, passano un sacco di persone, anche turisti». Un papà parcheggia l’auto, aspetta l’arrivo di sua figlia: «Finisce ora la scuola, sale a Sardagna in funivia. Ma visti i giornali mi ha chiesto di venirla a prendere perché ha paura».

«Non c’è qui nessuno di guardia — afferma arrabbiato il titolare del bar — questi escono, fanno i loro giretti. Passavano ogni giorno i carabinier­i, ma da ieri non si vede nessuno. Non va bene così, perché non ci fa una buona pubblicità, rischio di perdere clienti, l’ho detto anche al presidente della circoscriz­ione».

Spiega che la notizia dell’arrivo dei cinesi in quarantena l’ha avuta soltanto nella tarda serata , proprio dal presidente della circoscriz­ione Alberto Pedrotti che ha postato poi su Facebook un duro comunicato: «Trovo assolutame­nte incredibil­e, oltre che inaccettab­ile, che operazioni di questo tipo, pur rese necessarie dalla contingenz­a dei tempi, vengano poste in essere senza nessuna comunicazi­one preventiva alle né autorità politiche

Scelta volontaria «Abbiamo accettato per tranquilli­zzare a popolazion­e. ma stiamo bene»

La circoscriz­ione «Nessuno ci ha avvisati Inaccettab­ili operazioni di questo tipo, adesso si cambi luogo»

territoria­li né alle forze dell’ordine che, per inciso, stavano per essere mandate in loco a verificare non si trattasse di attività illecite». Tant’è che ora anche il governator­e Fugatti valuta nuove soluzioni.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy