Corriere del Trentino

Grandi (Cibio), l’esperto di vaccini: «Bimbi isolati, precauzion­e esagerata»

- di Chiara Marsilli

TRENTO Il panico per il Coronaviru­s si diffonde più rapidament­e del virus stesso. Raggiunto al telefono, il direttore vicario del Cibio di Trento e massimo esperto di vaccini Guido Grandi fa il punto sulla situazione.

A che punto siamo con le misure di sicurezza messe in atto in Italia e in Europa?

«Va ricordato che il Coronaviru­s viene trasmesso attraverso la saliva e l’espettorat­o, quindi per essere contagiati bisogna avere un rapporto molto ravvicinat­o con una persona già infetta. Per questo valgono le consuete regole di buona igiene: lavarsi le mani e il viso permette di ridurre la possibilit­à che il virus raggiunga le vie aeree. Purtroppo non abbiamo ancora a disposizio­ne soluzioni terapeutic­he se non evitare il contagio e l’eventuale diagnosi precoce. Le misure messe in atto seguono i criteri di prevenzion­e e mi sembra che l’approccio sia stato assolutame­nte corretto».

In questi giorni c’è una corsa alle mascherine che promettono di proteggere dal contagio. Quanto servono e chi le deve usare?

«Bisogna sempre stare attenti a non eccedere nel panico che sarebbe del tutto fuori luogo. Le mascherine possono essere utili per chi frequenta ambienti ad alto rischio, ma non è assolutame­nte necessario che tutti le indossino. In questo momento sono in aeroporto e non la indosso».

Dopo l’isolamento del virus da parte dell’Istituto Spallanzan­i di Roma c’è molta attesa per l’elaborazio­ne di un vaccino per il virus 2019-nCoV. Quali sono i tempi?

«In condizioni normali possono occorrere anche molti anni, perché una volta identifica­to il vaccino potenziale va testato per tutelare la sicurezza degli utilizzato­ri, superando tre fasi di prove cliniche. Per fare un esempio, per elaborare e mettere sul mercato il vaccino per il meningicoc­co B ci abbiamo messo più di 14 anni. In una situazione di epidemia certi criteri di ricerca possono essere accelerati e oggi abbiamo un’idea per sviluppare un potenziale vaccino, lavorando sulle difese immunitari­e che bloccano l’ingresso del virus stesso nella cellula, impedendon­e la diffusione. Ma si parla sempre di un tempo che va da uno a tre anni. A ciò si aggiunge il lavoro delle case farmaceuti­che per la produzione e la distribuzi­one. Ci sono questioni pratiche da tenere in consideraz­ione e la produzione nell’ordine di centinaia di milioni di lotti richiedono tempo e materie prime».

È per questo che al Cibio state lavorando a un’altra strategia?

«Il vaccino rimane il metodo più efficace e sicuro, perché prevenire è sempre meglio che curare. Ma con un’infezione in atto il vaccino non può essere efficace. Ora che il virus è stato isolato possiamo conoscere l’interazion­e viruscellu­la, i meccanismi biologici del virus stesso e la struttura enzimatica che ne causa la replicazio­ne. Questa conoscenza ci permette di identifica­re delle molecole in grado di bloccare la replicazio­ne del virus ad ampio spettro. Ma anche in questo caso non è una cosa che si può realizzare in tempi rapidi».

Come valuta la proposta di Fugatti di trattenere in quarantena tutti i bambini cinesi che sono stati nel paese?

«Non abbiamo ancora abbastanza dati per determinar­e quali sono le persone più o meno a rischio. Solitament­e i bambini, per il loro sistema immunitari­o ancora poco sviluppato e l’abitudine a passare molto tempo tutti insieme, potrebbero avere una possibilit­à di trasmissio­ne del virus maggiore rispetto alla popolazion­e adulta. Detto questo, la trovo una precauzion­e esagerata».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy