Ianeselli: «Mi sento un po’ andreattiano»
Villazzano, confronto tra il sindaco e il candidato. «Sicurezza, anche repressione»
TRENTO Continua il tour elettorale del candidato sindaco del centrosinistra autonomista Franco Ianeselli. Ieri, a Villazzano, al Centro Onorio Spada, è stata organizzata una cena elettorale, ma soprattutto un inedito confronto tra Ianeselli e il sindaco uscente Alessandro Andreatta: «Sono qui per fare campagna elettorale — ha dichiarato il sindaco — e farla per Franco Ianeselli mi viene spontaneo. È una persona capace, che da segretario della Cgil ha potuto toccare tanti temi della città. Persona di grande capacità di ascolto, di mediazione. Una qualità che modestamente posso dire di aver avuto anch’io in questi anni».
Ianeselli conferma: «Devo dire — ha ammesso — che sono un po’ “andreattiano”, nel senso che leggo e studio, approfondisco la città. E ho avuto modo di notare che se ora siamo primi in tutte le classifiche, fino a pochi anni fa eravamo fermi al 27esimo posto in quella per la vivibilità». Un attestato di stima per il lavoro fatto da Andreatta.
Ma stimolati dalle domande di Marika Giovannini, vicecaposervizio del Corriere del Trentino, i due hanno affrontato anche che i temi che più di tutti suscitano dibattito, tra questi quello della sicurezza: «In questi giorni — ha spiegato Ianeselli — ho potuto incontrare una città che è amata dai trentini. Trentini che pongono anche il tema della sicurezza ma prima di tutto non vogliono sentir parlare di una città allo sfascio, allo sbando», parole che spesso le forze politiche usano per descrivere, esagerandola, la situazione. «Il tema della sicurezza è uno dei temi — spiega Ianeselli — e non tocca trasversalmente tutta la città. A Spini, ad esempio, in un quadrilatero che sulla sicurezza vive alcune criticità, gli abitanti evidenziano soprattutto la separazione dalla città. Certo alla Portela ci sono degli esercenti che ho definito eroi — prosegue il candidato sindaco — ma i problemi non si affrontano con l’esercito, anche se non ho paura di pronunciare la parola repressione. Serve però anche prevenzione, come sulla droga». Perché se è vero che c’è chi spaccia «c’è anche chi compra», spesso giovani trentini che per Ianeselli «andrebbero aiutati con politiche di prevenzione».
Altri temi sono stati toccati nel dibattito, dall’urbanistica all’università, dall’importanza delle circoscrizioni all’importanza delle politiche ambientali. «Una cosa accomuna tutte le nostre proposte, la volontà di unire. Altri invece — sottolinea Ianeselli, con Andreatta che annuisce — cercano di dividere».
Droga Serve un’azione di prevenzion e per quei giovani che la comprano dagli spacciatori, bisogna aiutarli