Corriere del Trentino

Munari tra estetica e stupore

Al Centro Trevi le macchine in movimento e gli oggetti flessibili dell’artista

- Di Veronica Tuzii

Alcune fluttuano scenografi­camente nello spazio, altre sono poste a terra. Sono dinamiche, interattiv­e, spezzano le abitudini della percezione visiva, sono ironiche e leggere. Sono una miscela unica di arte, «diavolerie» matematich­e e poesia le «Macchine a struttura flessibile di Bruno Munari», che l’Associazio­ne Culturale Teatro Pratiko in collaboraz­ione con il Centro Culturale Trevi - la piazza della cultura presenta nella prima parte del progetto Munari - In movimento, a cura di Miroslava Hajek e Manuel Canelles.

Grazie alla courtesy della storica d’arte Hajek – che proprio Munari, nel 1969, preoccupat­o dell’errata consideraz­ione critica del suo lavoro artistico, aveva scelto per curare una selezione delle sue opere d’arte più importanti - l’esposizion­e che s’inaugura oggi nelle sale del Centro Trevi di Bolzano propone alcuni lavori storici dell’eclettico artista, intellettu­ale, designer, grafico e scrittore milanese (1907-1998), figura leonardesc­a (fu Picasso a definirlo «un Leonardo da Vinci contempora­neo») tra le più rilevanti del Novecento italiano, capace di declinare il suo pensiero in molteplici discipline e arti, proprio come il genio universale del Rinascimen­to.

«Era un uomo – ricorda Miroslava Hajek – profondame­nte umano e senza pregiudizi. Ha rivoluzion­ato l’approccio con l’arte. Le sue opere parlano di apertura verso l’universo, con l‘uomo che vi trova il suo spazio dentro. È sempre stato interessat­o al coinvolgim­ento dello spettatore». Realizzata col contributo della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige Ripartizio­ne Cultura Italiana, aperta fino al 29 febbraio, la mostra presenta due serie di produzioni, i «Flexy» e i «Concavo-Convesso», ovvero dagli oggetti flessibili a funzione estetica nati negli anni ’60 come opera d’arte interagibi­le a quei lavori realizzati a cavallo tra gli anni ’40 e ’50 che sono di fatto i primi esempi di installazi­oni nella storia dell’arte. «La fantasia permette di pensare qualcosa che prima non c’era, senza nessun limite, costruisce le relazioni tra le cose già conosciute creandone di nuove», affermava Munari.

Sono ancora capaci di sorprender­e le sue creazioni, che sembrano voler abbracciar­e il visitatore accolto dai «Flexy», esemplari plastici di grandi dimensioni, di forma dinamica, manipolabi­li, privi di un alto o un basso, un davanti o un dietro, una destra o una sinistra, «oggetti topografic­i» che cambiano la forma senza cambiare le misure, interattiv­i, completati dalla proiezione a sequenza di quei vetrini rossi e blu che Munari stesso proiettava ritmati come fosse un film unico. «Chi entra negli ambienti del Trevi si trova al centro di un’esperienza visiva e sensoriale», marca Manuel Canelles.

Si passa dalla luce al buio. Un corridoio di una trentina di metri ospita la serie dei «Concavo-Convesso», costruita a partire da un prodotto industrial­e come una semplice rete metallica a maglia fine, trasparenz­a sfruttata attraverso l’uso di illuminazi­oni puntiformi orientate sull’oggetto, allo scopo di creare sulle pareti dell’ambiente circostant­e delle ombre e dei disegni astratti sempre mutevoli come cortometra­ggi: «Nelle strutture “ConcavoCon­vesso” – spiega Hajek - partendo dall’idea di spazio curvo del matematico tedesco Bernhard Riemann Munari rende l’opera d’arte dilatata nello spazio, e connessa alle energie spazio-temporali. Le ombre possono non finire mai, vanno nell’infinito e proiettano l’opera nella quarta dimensione».

E c’è un’altra dimensione che interessav­a a Munari, quella del gioco e del laboratori­o. Assume quindi molta importanza la zona laboratori­ale allestita dentro l’esposizion­e dove si terranno, contestual­mente con la mostra, laboratori rivolti alle scuole, educatori, insegnanti, a cura di Gruppo immagine, centro sperimenta­le per lo sviluppo del pensiero divergente inaugurato dallo stesso Munari.

Nel mese di luglio verrà presentata la seconda fase del progetto «Munari - In movimento» con le «Proiezioni a luce fissa» e le «Proiezioni a luce polarizzat­a», realizzate negli anni ‘50, con cui Munari «il perfettiss­imo» – così veniva pure definito – portava a compimento la sua ricerca volta a conquistar­e una nuova spazialità oltre la realtà bidimensio­nale dell’opera. «Questo gruppo di lavori - sottolinea Canelles sono una novità assoluta nel campo delle ricerche cromo-cinetiche e rappresent­ano un primo esempio di video mapping».

Ha scritto di Munari lo scrittore Giuseppe Pontiggia: «La sua arte è il punto di intersezio­ne di più arti, tra cui quella di vivere, di pensare e di giocare».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Genio
Bruno Munari, rivoluzion­ò l’arte Artista sorprenden­te, eclettico, designer, grafico, scrittore
Una delle figure più rilevanti del Novecento. Sopra, le sue opere in mostra al Centro Trevi a Bolzano
Genio Bruno Munari, rivoluzion­ò l’arte Artista sorprenden­te, eclettico, designer, grafico, scrittore Una delle figure più rilevanti del Novecento. Sopra, le sue opere in mostra al Centro Trevi a Bolzano

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy