LE UTOPIE URBANE PER UNA NUOVA CITTÀ
L’editoriale La sfida Ianeselli-Baracetti
di parte, ci consegna un capoluogo dalle molteplici potenzialità, con delle zone d’ombra in cui la mobilità nel suo complesso sembra essere il comparto necessario di rapide cure.
I punti di forza, però, sono sotto gli occhi di tutti. L’università è ormai un traino per l’intero Trentino. Trento è diventata poi la città dei festival (economia, sport, innovazione, montagna), una contaminazione preziosa che ne ha accelerato da una parte la crescita e dall’altra la presa d’atto di quanto sia importante insistere in una simile direzione. Il turismo culturale ha inoltre sfondato il muro del milione di presenze aprendo scenari un tempo impensabili. Insomma, la base c’è, si deve alzare l’asticella per un ultimo step capace di completare la trasformazione in atto (l’interramento della ferrovia, solo per fare un esempio, potrebbe costituire lo strappo per lasciare un segno tangibile). Va ricordato che tra il XIX e l’inizio del XX secolo Trento fu oggetto di ribaltamenti epocali con la costruzione della ferrovia del Brennero, della Valsugana e della TrentoMalè; lo spostamento verso la periferia ovest del corso del fiume Adige dal suo secolare alveo che lambiva la città medievale; l’edificazione di scuole e palazzi di grande prestigio. Quella grande forza ideale seppe farsi strada grazie all’attivismo di amministratori coraggiosi. L’architetto Vittorio Gregotti nel suo libro «Diciassette lettere sull’architettura» (Editori Laterza) scrive: «La città è probabilmente il più importante monumento costruito dall’uomo, la rappresentazione fisica delle volontà, delle speranze e delle memorie di un’intera collettività. Ancora oggi sono i luoghi di incontro per eccellenza né la comunicazione elettronica ha sostituito le opportunità dell’incontro fisico offerto dalla città...È il luogo che offre le opportunità più ampie, ma insieme la solitudine più crudele...Oggi nessuno produce più utopie urbane positive...».
Già, le utopie urbane. Per Ianeselli e Baracetti la sfida per conquistare Palazzo Thun si dovrà misurare sulla Trento di domani. Rimanere chiusi nel recinto del giorno per giorno a vivacchiare inseguendo i problemi anziché anticiparli, sarebbe un errore fatale. Il cui prezzo finale lo pagherebbe, con tanto di interessi, la comunità.
Il duello
I candidati in corsa per Palazzo Thun dovranno misurarsi su quale volto dare a Trento in futuro Non basta più oggi gestire il giorno per giorno