La potatura delle rose ma anche di bossi e carpini Consigli, regole e segreti
La potatura delle rose è un tema dolente. Si vedono in giro tagli che fan male al cuore. I rosai sono per fortuna quasi indistruttibili ma alcune regole andrebbero seguite.
Ci sono due tipi di potatura: quella energica detta «di pulizia», e quella soft che stimola la crescita e la fioritura.
I rosai a cespuglio che crescono impetuosamente, li poto meno dei rosai che crescono lentamente.
In estate si possono togliere i fiori appassiti, tagliando fino alla terza foglia sotto il fiore. Non sempre io lo faccio, perché trovo decorativi i frutti di molti rosai.
Poi: alcune fra le rose rampicanti non andrebbero potate prima della fioritura; le rose per aiuole, dette tappezzanti, sono belle solo se formano cespugli fitti e rotondi.
Importante per tutti i rosai e di molti altri cespugli è l’eliminazione alla base del legno vecchio, da fare una volta ogni due, tre anni.
Per imparare a conoscere bene le piante che crescono nel vostro giardino, direi di non potarle per tre anni. Dopo capirete quali hanno bisogno di una potatura forte, quali di una potatura leggera. Dopo il taglio, hanno bisogno di nutrimento. Le rose non amano i concimi chimici, preferiscono stallatico. Susini, prugni, ciliegi, albicocchi si potano dopo la raccolta.
Molte altre perenni andrebbero regolate anche in estate: chi in giugno recide di un terzo i rami dei crisantemi, delle Phlox, degli astri autunnali, otterrà piante più compatte; si rendono così meno fragili ai temporali e al vento, evitando i tutori, sempre antiestetici quando sono visibili. Se si taglia invece solo una parte dei rami, tipo: un ramo si, uno no, si prolungherà la fioritura di un mese: la parte lasciata crescere liberamente, fiorirà prima.
Ciò vale soprattutto per crisantemi e astri. Eliminando subito le parti sfiorite di molte perenni, queste ringraziano spesso con una seconda, anche se meno ricca fioritura.
Le piante di emerocallidi, delle montbrezie e quelle delle dalie andrebbero ripulite sempre dai gambi sfioriti. E sempre usando le forbici per non danneggiare rizomi e tuberi.
E infine: tutte le siepi che vengono tagliate sia poco, sia troppo tardi, o nel periodo sbagliato, e non in forma rigorosamente trapezoidale – larghe alla base e strette all’apice – dopo alcuni anni si spogliano miseramente vicino alle radici.
I ligustri sono i meno sensibili a questi errori, ma sono quelli che con il tempo diventano più brutti; vanno potati al bisogno, cioè in continuazione.
Il bosso invece si taglia in marzo - in un giorno senza sole per evitare bruciature alle foglie - in settembre un’altra volta, ma con mano più leggera. Il carpine va potato a marzo, poi in estate al bisogno, per eliminare i getti nuovi, e in settembre si ripassa senza toccare il legno vecchio.