Gennaio, termometro «caldo»: tre gradi in più della media
Secondo l’analisi effettuata da Meteotrentino solo nel 1974 e nel 2007 si sono registrate temperature superiori
La premessa non sorprende:
TRENTO il mese di gennaio, spiegano gli esperti di Meteotrentino, «è risultato molto più caldo e meno piovoso della media». Difficile pensare il contrario: che il primo mese del 2020 non sia stato tipicamente invernale lo si è percepito dalle giornate di sole che si sono susseguite. Ma a stupire — e soprattutto preoccupare — è l’entità di questo caldo anomalo: stando all’analisi meteorologica mensile pubblicata in questi giorni sul sito di Meteotrentino, infatti, lo scostamento dalla media nella stazione di Trento Laste è stato di ben 3 gradi. In sostanza: se la media mensile era di 1,3 gradi, quella di gennaio 2020 è schizzata addirittura a 4,3 gradi. «Solo nel 2007 e nel 1974 — si legge nel report — si sono misurate temperature medie superiori». Osservando le minime e le massime del mese, il quadro non cambia. «La temperatura massima di gennaio, pari a 13,7 gradi — prosegue il documento — è stata toccata il giorno 5 e risulta superiore al valore medio di 11 gradi». La minima assoluta, invece, è stata registrata il 14 gennaio (-2,9 gradi), «sensibilmente superiore alla media delle minime assolute (-7,2 gradi) ma inferiore a zero gradi del gennaio 1974».
Stesso discorso anche nelle altre stazioni meteorologiche disseminate sul territorio provinciale: a Castello Tesino la temperatura media è risultata più alta di 2,3 gradi, a Lavarone di 3,4 gradi, a Malè di poco meno di un grado. E ancora: a Tione di 1,4 gradi, a Cavalese di 3,1 gradi, a Rovereto di 2,5, a Predazzo di 2,8.
Ridotta al minimo pioggia e neve, con «la precipitazione cumulata mensile di solo un millimetro» contro una media mensile — prendendo sempre a modello la stazione di Trento Laste — di 43,5 millimetri. Mentre «il numero di giorni piovosi con precipitazioni maggiori di un millimetro è stato pari a zero (il valore medio è 4)». Peggio è andata solo nel 1989 e nel 1993.
«Quello del 2020 è stato il gennaio più caldo mai registrato in Europa insieme a quello del 2016» conferma Roberto Barbiero, referente dell’Osservatorio Trentino sul Clima, citando i risultati del Copernicus Climate Change Service (C3S), il programma europeo di osservazione satellitare gestito dall‘European Centre for Medium-Range Weather Forecasts. «Siamo in una situazione di anomalia» prosegue Barbiero. Che inserisce le temperature da record di gennaio in un quadro più ampio. «L’intero 2019 — sottolinea l’esperto — è stato più caldo della media in Trentino. A gennaio questa situazione è proseguita. E febbraio non sta facendo registrare variaziomolto
ni». Scorrendo l’analisi climatica del 2019 — anche in questo caso elaborata da Meteotrentino — si trovano le conferme in cifre alla riflessione di Barbiero. In sostanza, si legge nel documento, l’anno scorso è stato più caldo di circa 1,5-2 gradi rispetto alla media del periodo compreso tra il 1961 e il 1990. Con picchi in
alcune località del Trentino: a Levico il 2019 è risultato l’anno più caldo in assoluto dal 1930, a Trento Laste e al Careser è stato invece il secondo anno più caldo rispettivamente dal 1920 e dal 1930. Con una particolarità: se tutti i mesi hanno toccato valori sopra la media, a fare eccezione è stato maggio, che è risultato più freddo rispetto al normale.
«Stiamo andando avanti — prosegue Barbiero — con una serie di anomalie: è il segno che qualcosa sta veramente cambiando». Anche nelle precipitazioni, che diventano sempre più estreme e sempre meno prevedibili: rispetto a un tempo, di fatto, è più difficile riuscire a tracciare un ciclo delle piogge, che possa aiutare in particolare chi lavora nell’agricoltura. «Il mese di maggio del 2019, sotto la media — esemplifica l’esperto — ha creato molte difficoltà».
E ora? Difficile dire quale sarà il destino del 2020. Quel che è certo, almeno per ora, è che le abbondanti precipitazioni del mese di novembre stanno garantendo un bacino importante. Ma non infinito: «Se non verrà rimpolpato da nuove precipitazioni potranno esserci problemi» conclude il referente dell’Osservatorio.
Intanto, nel weekend la situazione non cambierà. Anzi: lo zero termico potrebbe salire fino a 3.500-4.000 metri. Come a luglio.
Barbiero
Il 2019 è stato un anno terribile in tutta Europa
Si stanno registrando continue anomalie: segno che qualcosa sta cambiando