Umanità e competenza
Egregio direttore, recentemente ho avuto la disavventura di ammalarmi e dover essere ricoverato presso il reparto di Medicina media B dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Ora, dopo aver trascorso un mese di degenza ed esser stato dimesso, volevo esprimere il mio apprezzamento e ringraziamento per l’umanità e la competenza di medici, personale infermieristico e OSS. Ringrazio la dottoressa Militano che mi ha preso in carico nella prima fase della degenza e in modo particolare la dottoressa Peccatori che, con grande competenza e umanità, mi ha seguito successivamente presso l’unità di Reumatologia. Ringraziamento che estendo anche alla dottoressa Bond e al dottor Leveghi, che a più riprese si sono occupati di me, e a tutto il personale infermieristico e agli OSS che ho avuto modo di apprezzare per la professionalità, amorevolezza e compassione con cui si sono presi cura, non solo del sottoscritto, ma di tutte le persone ricoverate. Colgo l’occasione per segnalare il grande carico di lavoro gravante sul personale infermieristico e OSS che penso meriti, oltre al presente atto di stima, anche la massima attenzione e considerazione da parte di chi amministra la sanità pubblica nella nostra provincia. Mi permetta inoltre di rivolgere un particolare augurio a Giovanni nella speranza che ciò contribuisca un poco ad alleggerire il carico di amarezza che le traversie della vita gli hanno riservato; un augurio sincero anche ad Adamo con cui ho condiviso i primi giorni di degenza e a Paolo al quale mi permetto di consigliare vivamente di leggere il libro di Concetto Vecchio «Cacciateli!», sottotitolato «quando i migranti eravamo noi», nella speranza che ciò contribuisca a smussare i suoi pregiudizi. Un augurio e un saluto anche a Mamadou, sfortunato ragazzo africano e a Omaima, il cui ricovero contemporaneamente al mio mi ha consentito di incontrare un amico tunisino, ex compagno di lavoro nelle cave di porfido, che non vedevo da quasi trent’anni. Un augurio e un grazie anche all’insegnante che ho conosciuto nei corridoi del reparto, per il coraggio in questi tempi bui di far leggere ai suoi studenti il diario del nonno internato nei campi nazisti. L’ultimo speciale saluto e augurio lo riservo a Luciano, maestro in pensione classe 1936, che conserva un ricordo appassionato dei suoi alunni e per la sua grande cultura e sensibilità dev’essere stato senz’altro un ottimo maestro, con lui ho trascorso le giornate migliori della mia degenza.