Corriere del Trentino

Contributi Apt, dirigente nei guai Giudici severi

Corte dei Conti, dirigente citata in giudizio. Palazzo Thun «bacchettat­o»

- Dafne Roat

La dirigente del Servizio turismo del Comune di Trento, Clara Campestrin­i, è stata citata in giudizio dalla Corte dei Conti per i contributi elargiti all’Apt di Trento. Si stima un danno erariale da 565.000 euro.

TRENTO Avrebbe preferito «fidarsi» della documentaz­ione e delle dichiarazi­oni fatte dall’Apt, «senza neppure aver preso in consideraz­ione una pezza d’appoggio (ricevute fiscali e fatture)». In sintesi: nessun controllo. Il contributo pubblico comunale veniva inserito in modo forfettari­o nei ricavi senza specificar­e le finalità istituzion­ali perseguite e neppure l’effettivo utilizzo dei fondi pubblici che potenzialm­ente avrebbero potuto essere usati anche per fini commercial­i, visto che il conto corrente per le attività commercial­i e istituzion­ali era lo stesso.

La Procura della Corte dei Conti bacchetta Palazzo Thun sull’elargizion­e dei contributi erogati all’Azienda di promozione turistica di Trento, Bondone e Valle dei Laghi. A quattro mesi di distanza dall’invito a dedurre il procurator­e regionale della Corte dei Conti, Marcovaler­io Pozzato, ha firmato un atto di citazione a giudizio a carico della dirigente del Servizio cultura turismo del Comune di Trento, Clara Campestrin­i, per colpa grave in relazione ai contributi elargiti dal 2015 al 2019 all’Apt. Parliamo di un danno erariale stimato in 565.500 euro, ossia il totale dei fondi elargiti nei quattro anni. L’indagine ha preso le mosse da numerose segnalazio­ni del consiglier­e comunale del Patt, Dario Maestranzi, che a maggio aveva scritto una letnali, tera al sindaco Alessandro Andreatta chiedendo lumi sulla gestione dei contributi concessi ad Apt, ma una rendiconta­zione puntuale dei fondi non sarebbe mai arrivata. Nonostante sia un obbligo di legge. La legge provincial­e numero 8 del giugno 20o2, che istituisce l’Apt, prevede che ci debba essere una netta distinzion­e tra l’attività commercial­e e istituzion­ale, ossia di promozione del territorio. I contributi pubblici possono essere concessi solo per le attività istituzion­ali, inoltre fino al 2017 l’Azienda per il turismo era un’ente di diritto pubblico, ma dal 2018 ha perso questo requisito in quanto l’incidenza dei finanziame­nti pubblici sul totale dei ricavi è sceso sotto il 50 per cento. Questo perché, soprattutt­o grazie alla gestione dei Mercatini di Natale, la maggior parte degli introiti provengono dai privati.

A maggior ragione i controlli sarebbero dovuti essere puntuali e il Comune avrebbe dovuto pretendere una rendiconta­zione precisa delle spese e verificare il rispetto delle procedure di evidenza pubblica, cosa che avrebbe fatto la Provincia, ma non Palazzo Thun. Campestrin­i, attraverso l’avvocato Massimo Amadori, si è difesa precisando che c’è una netta separazion­e contabile e amministra­tiva tra le attività commercial­i e istituziom­a questo secondo la Procura contabile non basta a dimostrare l’esclusione di un sostegno della parte commercial­e, quindi non è sufficient­e a garantire la verifica della corretta spendita delle risorse pubbliche. Anche il fatto, evidenziat­o dalla difesa, che i bilanci venivano certificat­i dal collegio sindacale e c’è un Organismo di vigilanza, a garanzia dell’attività dell’Apt, non basta a «scagionare» la presunta inerzia di Palazzo Thun. Campestrin­i ha spiegato che i controlli effettivi sull’attività dell’Apt venivano fatti attraverso i due membri nominati all’interno del cda di Apt, ma secondo la Procura questo non dimostrere­bbe la verifica da parte del Comune, inoltre la stessa Campestrin­i, per confutare la credibilit­à di Maestranzi, che aveva denunciato un clima di opacità nella spendita delle risorse, avrebbe spiegato che «i componenti del cda privi di deleghe non sono titolari di un diritto di controllo immediato e diretto su tutta la documentaz­ione contabile e societaria». Una contraddiz­ione, quindi, ad avviso della Procura.

La difesa ha poi spiegato che le iniziative e la gestione dei contributi venivano monitorate dai vari uffici comunali che erano in costante contatto con Apt. Ma neppure questo ha convinto la Procura della Corte dei Conti che parla di mancanza assoluta di controlli da parte del Comune, ma anche di difficoltà di accedere ai documenti per verificare la spendita delle risorse. Lo stesso Maestranzi si sarebbe visto negare la documentaz­ione contabile richiesta. Ora saranno i giudici a valutare eventuali responsabi­lità, l’udienza è fissata per ottobre.

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Il Comune di Trento è al centro di un’indagine della Corte dei Conti per i fondi pubblici elargiti all’Apt
Nel mirino Il Comune di Trento è al centro di un’indagine della Corte dei Conti per i fondi pubblici elargiti all’Apt

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