Il muro infinito, Affinati racconta il mondo ferito
Berlino ieri e oggi, foto e parole nella mostra curata da Affinati a Trento. Il crollo della barriera e la rinascita. Per non dimenticare
Oltre sessanta foto, provenienti dal Centro di ricerca e archiviazione della fotografia di Spilimbergo, scattate prima, durante e dopo il crollo del Muro di Berlino, ultimo baluardo della Guerra fredda, simbolo universale della divisione tra Est e Ovest. Dalla Berlino degli anni Settanta e Ottanta, precedente il crollo del Muro, alle immagini che hanno tenuto il mondo intero con il fiato sospeso, immortalando la città nella storica giornata del 9 novembre 1989. Lo sguardo si estende poi alla Berlino contemporanea, una realtà urbana europea fra le più mutevoli e dinamiche.
S’intitola Il muro infinito:
Berlino 1989-2019, la nuova mostra fotografica, curata dallo scrittore Eraldo Affinati, che si apre oggi alle 11.30 alle Gallerie di Piedicastello, a Trento, (visitabile fino al 3 maggio). L’inaugurazione sarà preceduta, alle 10.30, da un incontro con Affinati sul tema degli «altri muri» che feriscono il mondo.
Nata dalla collaborazione fra il Comune di Pordenone, il Craf-Centro di ricerca e archiviazione della fotografia di Spilimbergo e la Fondazione Museo storico del Trentino, la mostra alle Gallerie di Trento si sviluppa con un racconto che intreccia immagini e parole e porta nell’ atmosfera di una metropoli diventata emblema di rinascita e multiculturalismo.
«Sono trascorsi trent’anni da quella storica giornata che segna la fine del secolo breve e rappresenta oggi uno spartiacque essenziale fra la tragica stagione dei totalitarismi novecenteschi e la nuova globalizzazione economica -spiega lo scrittore Edoardo Affinati - . Chi giunge alla sommità della Fernsehturm, la torre televisiva, regina del gioco di Shangai, con la testa che s’illumina e le zampe nascoste del fenicottero, può riconoscere, osservando la forma dei palazzi sottostanti, la cicatrice del Muro».
A guidare la sua scelta è stato «un criterio puramente lirico», confermato dalle didascalie in calce alle foto. La Berlino che precede il crollo del Muro, è ritratta negli scatti di
Toni Nicolini, una fra le più apprezzate firme italiane del reportage sociale e del racconto per immagini. Tra i suoi titoli più evocativi ci sono Alexanderplatz auf Wiedersehen, Speranze perdute o Nel sogno di Vladimir Nabokov.
Si raggiunge poi la parte affidata agli scatti di Carlo Leidi, fotografo e scrittore, che fa invece rivivere le prime ore dopo la picconatura del Muro. Tra le sue diverse significative immagini, da menzionare La marea umana, Siamo noi siamo in tanti, oppure lo Scavalcamento ventrale, in cui alcune persone sono ritratte mentre strisciano sul ventre per risalire il Muro.
Le foto di Eugenio Novajra e Tommaso Bonaventura restituiscono invece il volto della Berlino post Muro; Novajra si sofferma sui suoi aspetti più eclettici e cosmopoliti mentre gli scatti di Bonaventura riguardano il celebre quartiere multietnico Kreuzberg. La mostra comprende anche le immagini di un gruppo di studenti della Carl-ZeissOberschule-Berlin e della loro insegnante, Marion Messina, scattate nei giorni successivi al 9 novembre 1989.
«Credo che, nel momento in cui si conclude lo scrutinio della cronaca, possano iniziare i lavori della percezione soggettiva. Il che non mi ha impedito di ricorrere a una scansione temporale per illustrare gli eventi che ricordiamo», spiega Affinati. La stagione tedesca viene rievocata attraverso quattro momenti: «I malinconici e struggenti anni Settanta, quando Berlino era un’isola, niente più che uno scoglio di autostrade, parchi e grattacieli nel grande mare comunista», spiega.
Il momento clou è rappresentato dalla riunificazione, proiettata e commentata sugli schermi di tutto il mondo, alla maniera di un documentario in presa diretta, cui seguono i lunghi tempi della ricucitura e del raggiungimento di un nuovo equilibrio. A chiudere la mostra sono i filmati sui i nuovi muri: dagli steccati di Ciudad Juàrez, in Messico, al confine blindato di Israele e Palestina e altri.