Ventenne stuprata, chiuso per 30 giorni il pub «Vedremo se continuare»
Stop del questore al bar «H». I titolari: «Tutto ciò ci spezza il cuore. Mediteremo se continuare»
TRENTO Lo aveva annunciato in conferenza stampa, e così è stato. Prima di partire per il nuovo incarico a Roma, ieri il questore Giuseppe Garramone ha disposto la sospensione della licenza per 30 giorni del cocktail bar «H/àcca/», dove nella notte tra lunedì e martedì una studentessa inglese ventenne è rimasta vittima di una violenza sessuale. «È avvenuto un fatto di una gravità indicibile che ci vede, nostro malgrado, coinvolti e lascia tutti noi esterrefatti e profondamente feriti», scrivono i titolari sulla pagina Facebook del locale, mandando un messaggio di vicinanza nei confronti della vittima e della sua famiglia.
La cockteleria, ricordiamo, è uno dei principali punti di ritrovo degli universitari e dei giovani trentini che sorge in via dei Ventuno, a pochi metri di distanza dal castello del Buonconsiglio. Uno dei pochi locali in centro città che rimane aperto fino alle 3 di notte. Ma dopo l’aggressione denunciata dalla giovane studentessa Erasmus, sono gli stessi titolari a mettere in dubbio la continuazione dell’attività. «Quanto accaduto ha minato profondamente la nostra fiducia ad ogni livello, psicologico e sociale — si legge nel post pubblicato sul profilo Facebook “QH/àcca/” — Ci serviremo di questo periodo di sospensione per riordinare le nostre idee, per valutare se valga la pena di proseguire questa attività, che è ostacolata ad ogni livello. Detto ciò va ribadito il nostro massimo rispetto alla persona lesa e rimarchiamo la nostra visione di tolleranza zero su fatti di questo genere». In passato, fa sapere la questura, il locale era già stato sotto osservazione da parte della squadra volante per vari interventi per «persone moleste, schiamazzi e disturbo alla quiete pubblica». Situazione che ha forse accelerato la procedura di sospensione. Tuttavia, «riteniamo profondamente discutibile la gogna mediatica, che si è fatta portavoce di una giustizia sommaria con un’incoerenza sui fatti descritti — hanno voluto evidenziare i titolari — E che ha omesso di sottolineare il fatto che noi non abbiamo la minima responsabilità per quanto accaduto come evidenziato dal questore nel procedimento di sospensione». Nel frattempo, gli inquirenti hanno continuato a raccogliere elementi utili per risalire all’identità del presunto aggressore. Tra i primi ad essere ascoltati erano stati gli stessi gestori della cockteleria, che hanno chiuso il post su Facebook con queste parole: «tutto ciò ci spezza il cuore e ci addolora profondamente».