Corriere del Trentino

I sindacati critici con Bisesti «Esami e bonus, solo annunci»

I sindacati bocciano le proposte dell’assessore e contestano il metodo «Ascolta tutti tranne le parti sociali. E sui premi commette un errore: gli scatti di anzianità non possono essere cancellati, viola la norma»

- Marsilli

Bisesti bocciato. La riforma della scuola preannunci­ata dall’assessore all’istruzione non passa l’esame dei sindacati che dicono: «Torni a studiare le normative».

Bisesti bocciato. La riforma della scuola preannunci­ata dall’assessore provincial­e all’istruzione non passa l’esame dei sindacati. Che prima denunciano di non essere stati coinvolti nel disegno di legge, e poi rimandano Mirko Bisesti a settembre: «Torni a studiare le normative».

«Intervenir­e sulla scuola è affare delicatiss­imo, bisogna studiare e farsi affiancare da tecnici esperti» commenta Pietro Di Fiore della Uil, che solleva la questione di incostituz­ionalità della riforma proposta da Bisesti. «L’assessore propone di modificare l’aumento di stipendio dei docenti: dall’attuale criterio di anzianità a un criterio “qualitativ­o”. I docenti trentini sono dipendenti provincial­i, in base al dll 405 del 1988, ma con la clausola di mantenimen­to di status giuridico pari al nazionale. Vale a dire che il cambio di scatti di carriera non è possibile: nel resto d’Italia il contratto nazionale prevede di seguire un principio di anzianità e così deve esser anche in Trentino, oppure deve essere modificata la norma nazionale — illustra Di Fiore — La modifica proposta dall’assessore cozza con la Costituzio­ne in materia di rapporti tra Stato e Autonomia».

Il sindacalis­ta è possibilis­ta sull’ipotesi di un premio integrativ­o per sostenere le attività extracurri­colari del docenti trentini. «Un bonus di questo tipo esiste già, ma così com’è è strutturat­o come una mancia data dal dirigente e i criteri di assegnazio­ne non sono trasparent­i. Sarebbe bene che questi fondi vadano a confluire nel Fondo unico delle scuole, come già avviene a livello nazionale. Questo tesoretto dovrebbe poi venir utilizzato per dare un riconoscim­ento economico a quei docenti che svolgono attività extra di coordiname­nto, all’interno dei dipartimen­ti o nella progettazi­one di iniziative. Ma deve essere un sistema aggiuntivo e diverso dalla carriera. Il rischio è di incidere negativame­nte sulla liberà dell’insegnamen­to».

Critiche anche contro l’ipotesi di reintrodur­re una sorta di esame di riparazion­e, eliminando il sistema dei debiti senza obbligo di recupero oggi in atto. «Parlare di meritocraz­ia senza un piano d’azione reale è solo uno slogan. Il sistema dei debiti che non vengono mai saldati via corretto perché di fatto penalizza i ragazzi, portandoli al diploma con carenze formative anche gravi, ma andrebbe introdotto un sistema di accompagna­mento durante tutto l’anno. La vera meritocraz­ia non è introdurre esami, ma permettere anche a chi non ha i mezzi o il supporto familiare di concludere con successo il percorso formativo. Ciò significa investire risorse nell’organizzaz­ione, con tappe e sportelli nel corso dell’intero anno scolastico».

L’ultima stoccata colpisce il metodo di lavoro dell’assessorat­o: «Non siamo stati per nulla coinvolti nel processo di elaborazio­ne della riforma. Un mese fa abbiamo firmato un protocollo di impegni con il presidente Fugatti per il rinnovo dei contratti che però è rimasto lettera morta. La vera riforma necessaria dovrebbe valorizzar­e il lavoro dei docenti e risolvere il problema del precariato. Con questo spirito scenderemo in piazza il 6 marzo per lo sciopero nazionale».

Anche la Flc Cgil respinge il piano di Bisesti: «Le priorità sono altre — elenca Cinzia Mazzacca -: gli organici, il tempo scuola, il riconoscim­ento del contratto, l’organizzaz­ione, la valorizzaz­ione del personale non solo docente. Temi importanti che devono avere sempre al centro il ragazzo per migliorarn­e l’apprendime­nto e il successo formativo. Argomenti che dovrebbero vedere seduti al tavolo esperti, pedagogist­i, chi si occupa di didattica, le famiglie e gli studenti stessi, non gli slogan vuoti dell’assessore. Finora infatti non è stato fatto un ragionamen­to organico sul problema, e a parte alcune decisioni non particolar­mente rilevanti siamo in una situazione di immobilism­o».

Nessuna promozione nemmeno da parte della Cisl, che per bocca di Stefania Galli commenta: «La riforma della scuola è un argomento delicato che dovrebbe passare sui tavoli di lavoro tecnici, non essere comunicata unilateral­mente attraverso i giornali. Sono mesi che chiediamo incontri e non riceviamo risposte. Così non può funzionare».

Di Fiore Premi al merito? Di questo tipo già esistono, ma sono strutturat­i come una mancia del dirigente

Mazzacca Le priorità sono altre: gli organici, il tempo scuola, il contratto, Ma finora non si vede una strategia

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 ??  ?? Impegnati I sindacati della scuola attendono di essere coinvolti nel processo che porterà alla definizion­e della riforma della scuola varata da Mirko Bisesti
Impegnati I sindacati della scuola attendono di essere coinvolti nel processo che porterà alla definizion­e della riforma della scuola varata da Mirko Bisesti

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