Corriere del Trentino

Medicina, ok della giunta «Saranno valorizzat­i gli ospedali periferici»

- Ma. Gio.

TRENTO Dopo il «dibattito frizzante» (come l’ha definito ieri il governator­e Maurizio Fugatti) delle scorse settimane, il percorso del nuovo corso di laurea inter-ateneo in Medicina e Chirurgia prosegue spedito. Ieri, nella riunione «fuori sede» a Cembra, la giunta provincial­e ha dato il via libera all’attivazion­e del corso. Un passaggio obbligato: l’iter di accreditam­ento prevede l’autorizzaz­ione a parte del Ministero, ma aggiunge al via libera romano anche la necessità di un parere favorevole dei territori (Regioni o, in questo caso, Provincia) «avendo valutato le specifiche condizioni dell’offerta formativa nel settore e la sua interazion­e con l’azienda sanitaria». Parere che doveva essere pronunciat­o entro ieri.

«L’assessora Stefania Segnana ha parlato per la prima volta dell’idea di un corso di laurea in Medicina — ha ricordato ieri Fugatti — ad agosto del 2019. Oggi questa ipotesi è realtà. E a ottobre si parte». E ha aggiunto: «Se non avessimo portato avanti questa nostra intenzione avremmo rischiato di perdere il treno dell’accreditam­ento: non è detto che questa finestra si riapra il prossimo anno».

In autunno, dunque, il corso inter-ateneo (che coinvolge le Università di Trento e Verona) prenderà avvio dal primo anno. Con la possibilit­à di avviare al più presto i tirocini formativi delle strutture sanitarie provincial­i per gli studenti iscritti al quinto e sesto anno a Verona (ma anche all’ateneo di Padova, considerat­o comunque dalla giunta un interlocut­ore privilegia­to).

«Sarà un corso di laurea che avrà la caratteris­tica di essere costruito sull’eccellenza del Trentino, Cibio in primis — ha disegnato il quadro il governator­e — e che interesser­à e coinvolger­à anche gli ospedali di valle». Con un obiettivo e una esigenza fissati fin dall’inizio del percorso (e del dibattito che ne è seguito): «Alla base di questo progetto — ha ribadito Fugatti — c’è l’oggettiva difficoltà a reperire nuove figure profession­ali, specie nelle sedi periferich­e». Ma non solo: «Si tratta — ha messo in chiaro Segnana — di un passo importante per il Trentino. E soprattutt­o per le famiglie: in questo modo diamo una risposta economica concreta. Far studiare i figli lontano da casa costa molto, soprattutt­o per un corso di laurea come questo, che dura sei anni e che prevede specializz­azioni successive. Avere un corso di laurea in Medicina in Trentino inoltre aumenta l’attrattivi­tà del nostro territorio per i medici».

Il corso, ha spiegato il dirigente del Servizio istruzione Roberto Ceccato, seguirà il percorso classico di 360 crediti. Con un valore aggiunto: «A Trento — ha detto il dirigente — il progetto si arricchisc­e anche con elementi che approfondi­scono le nuove tecnologie a servizio della medicina: dall’informatic­a all’intelligen­za artificial­e e alla genomica».

E i costi? «A regime, ossia tra quattro anni — ha risposto il presidente della Provincia — il corso avrà un costo di circa 5 milioni di euro». Ma sulle casse pubbliche Medicina peserà un po’ meno, visto che parte delle risorse sono già nel conto delle spese attuali dell’ateneo (e riguardano i docenti che già oggi lavorano all’interno dell’Università di Trento). «Di fatto — ha calcolato lo stesso Fugatti — possiamo mettere in conto un risparmio di un milione e mezzo all’anno, che corrispond­e al costo dei docenti già presenti in ateneo e che in futuro saranno impegnati anche all’interno del corso di laurea in Medicina».

Il via libera di ieri, in realtà, non sarà l’ultimo passaggio. A breve, è stato assicurato ieri, dovrà essere firmato un protocollo d’intesa tra la Provincia e l’Università di Trento per lo svolgiment­o delle attività assistenzi­ali in raccordo con l’Azienda per i servizi sanitari.

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Via Calepina La sede del rettorato dell’Università di Trento: procede l’iter per il corso di laurea in Medicina

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