Il disagio dei lavoratori: «Attaccando Lanzinger Zecchi accusa tutti noi»
Esprimono «sorpresa e dispiacere». Dopo aver letto le dichiarazioni del presidente Stefano Zecchi («Vorrei lavorare di più per il museo e dare maggior peso al cda, che fa troppo poco. È il direttore, per quanto in buona fede, a portare avanti iniziative che il cda semplicemente ratifica»), ventisette lavoratori del Muse hanno preso carta e penna. E hanno messo nero su bianco il loro disagio in una lettera inviata al presidente della Provincia Maurizio Fugatti e all’assessore all’istruzione Mirko Bisesti. «Non riusciamo a capire — scrivono — cosa impedisce al professor Zecchi di essere più attivo nel suo ruolo di presidente. Per dirne una, partecipando alle inaugurazioni portando un suo saluto e regalandoci un suo pensiero. O anche donandoci il piacere di conoscerci di persona, di illustrargli il nostro lavoro, di condividere idee e preoccupazioni».
Il successo del Muse, precisano, è il risultato «dell’incessante, generoso e qualificato impegno di tutti noi lavoratori, che a vario titolo ci siamo dedicati con grande passione a rendere il più recente progetto di riqualificazione urbana di Trento un successo culturale riconosciuto in primis da tutta la nostra comunità, oltre cha a livello internazionale. Il merito della conduzione della nostra squadra è del direttore Lanzinger, che con l’entusiasmante visionarietà delle sue idee ci ha indirizzati fino alla meta attuale». Tenendo conto di compiti diversi: «Suo il ruolo di dirigere le attività quotidiane della istituzione, mentre spetta al consiglio di amministrazione e al suo presidente il compito di controllare l’operato e di orientare la strategia generale del nostro agire». Attaccando Lanzinger, proseguono i lavoratori del Muse, «il professor Zecchi non tiene conto che non accusa solo un individuo, un dirigente, ma tutto lo staff del museo che del dirigente segue le indicazioni in un costante confronto di idee, proposte e desideri, un confronto dialettico decisamente urbano e formativo per tutti, da sempre estremamente aperto, molto vivace, anche se a volte in contraddittorio. Auspichiamo quindi che il tanto tempo disponibile prima del termine del mandato del presidente favorisca l’instaurarsi di un rapporto di conoscenza e fiducia più tangibile».
Lettera a Fugatti e Bisesti «Il professore potrebbe essere più attivo nel suo ruolo di presidente donandoci il piacere di conoscerci di persona»