Corriere del Trentino

Leitgeb: «Mondiale storico, tifosi italiani già triplicati»

Il presidente: «Premiato il lavoro di 1.500 volontari, pronti per i Giochi»

- Lorenzo Fabiano

«Lui sarebbe felicissim­o» mormora il presidente del comitato organizzat­ore Lorenz Leitgeb con lo sguardo fisso sulla foto di Paul Zingerle, il padre del biathlon ad Anterselva, il pioniere che all’alba degli anni 70 si lanciò con un gruppo di amici alla caccia di un sogno. Oggi quel balzo nel futuro è uno splendido presente. La modernissi­ma sala stampa della Südtirol Arena è dedicata a lui. E in questi giorni gli animi sono entusiasti dei grandi risultati raggiunti , del medagliere e della ribalta internazio­nale.

Leitgeb, da allora di strada ne avete fatta, non crede?

«Portare il biathlon qui, fu un’idea stupenda. All’inizio fu molto difficile, ma siamo cresciuti anno dopo anno. Mai avremmo immaginato si potesse arrivare a tanto».

Qui si vive di pane, knödel e biathlon. Piccola Norvegia in un angolo immacolato di Alto Adige. Com’è possibile?

«I nostri ragazzi crescono con questo sport. È stato così anche per me. I nostri vecchi sono testimoni di quando tutto ebbe inizio. Ora sono felici di vedere dove siamo arrivati. Il merito è di tutti quanti ci hanno creduto, a cominciare dai 1500 volontari che fanno un gran lavoro, sono simpatici, cortesi e disponibil­i con i nostri ospiti. La gente che viene qui si sente a casa».

La coppa del mondo è ormai da anni una classiciss­ima del circuito. Questo è il sesto mondiale; ogni anno un passo in avanti. C’è un momento che ha segnato la svolta?

«I mondiali del 2007. Fu allora che facemmo un grande balzo in avanti. Con la nuova tribuna è arrivata più gente; poi abbiamo deciso di porre un limite al numero di spettatori: abbiamo voluto puntare più sulla qualità che sulla quantità. La scelta si è rivelata giusta. Così il pubblico si può godere lo spettacolo più comodament­e».

Questo è il mondiale di grandi numeri…

«Arriveremo a 150.000 persone. Siamo felici che ci sia tanto pubblico pure per le gare della settimana, e non solo nei weekend. Un successo»

Si vedono anche più italiani rispetto al passato. Un altro bel segnale di crescita, no?

«Le vittorie degli azzurri ci stanno aiutando moltissimo. Ora in tutta Italia si parla di biathlon, uno sport che nel nostro paese non ha mai avuto la popolarità di cui gode in Scandinavi­a, in Germania, in Francia e in Russia. Il numero degli spettatori italiani è in costante aumento: cinque anni fa rappresent­avano il 5%; lo scorso anno il 15%. A questo mondiale sono molti di più».

Merito anche di Dorothea Wierer, ormai un’eroina nazionale?

«Dorothea è fortissima di testa. Vincere in casa, con tutta la pressione addosso, è difficilis­simo. Lei si concentra e mette tutto da parte: va veloce sugli sci, fa centro al poligono, e vince. Uno spettacolo».

Nel 2026 Anterselva sarà a cinque cerchi. Siete pronti?

«L’olimpiade è un grande onore, un premio a oltre cinquant’anni di lavoro. La commission­e del Cio è molto soddisfatt­a. Penso che in passato il biathlon olimpico non abbia mai avuto uno stadio così bello. Anterselva è stata la scelta giusta: qui è tutto pronto e non sono richiesti investimen­ti pesanti. Prevediamo dei lavori, come l’impianto d’innevament­o artificial­e, ma erano già previsti. Lo stadio rimarrà così».

Il prossimo mondiale qui?

«Difficile dire. Magari tra una decina d’anni, chissà…».

Il bilancio sul pubblico Raggiunger­emo 150.000 presenze, spalti pieni non solo nei weekend

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