Felicità e suicidi, il paradosso trentino
Il sociologo Buzzi: «Aspettative elevate, c’è chi non sopporta l’insuccesso»
In Trentino Alto Adige vivono i cittadini più felici d’Italia, secondo l’Istat, nonostante si registrino tassi di suicidio tra i più alti del Paese: uno alla settimana. I dati aggiornati sulle due classifiche sono usciti a poche ore di distanza l’uno dall’altro generando sconcerto fra gli osservatori. «Non sono sorpreso, perché il suicidio è un prodotto del benessere» dice Carlo Buzzi, docente di sociologia all’università di Trento. Evidenziando un’analogia tra vetta e baratro.
BOLZANO Eppure siamo campioni di felicità. L’Istat certifica il primato della provincia di Bolzano, dove il 67,1% dei cittadini si dichiara soddisfatto delle proprie condizioni di vita, mentre la media regionale è del 62,2% (Trento abbassa leggermente la media con il suo 57,6%), a fronte di un ben più basso 43,2% che corrisponde alla media nazionale. Un dato che sembra in totale contraddizione con quello del «male di vivere».
Sempre Istat, nell’ultima rilevazione in materia pubblicata nel settembre scorso, aveva segnalato infatto l’elevata incidenza dei suicidi, con l’Alto Adige secondo (pari merito con la Sardegna e alle spalle della Valle d’Aosta) nella graduatoria generale (1.07 decessi ogni 10.000 abitanti, con riferimento all’anno solare 2016) e il Trentino sesto (1,01), dietro a Umbria ed Emilia Romagna. Una conferma è arrivata dai recentissimi dati Astat (l’Istat provinciale): in nel 2018 in Alto Adige 42 persone (quasi una alla settimana) si sono tolte la vita, pari ad un tasso di 7,9 persone ogni 100.000 abitanti. L’Alto Adige, inoltre, è una delle province con il maggior consumo di antidepressivi, mentre le strutture per minori in difficoltà registrano una lista d’attesa sempre più lunga.
Felicità e malessere: tendenze contraddittorie, ma che affondano le radici di una terra tanto ricca quanto complicata. Secondo l’ultimo report del Sole 24 Ore, la provincia di Bolzano è seconda nella classifica italiana di qualità della vita, davanti a Trento. La ricchezza non manca: l’Alto Adige è terzo per depositi bancari pro capite (quasi 40.000 euro a testa), con il Trentino ottavo. Ma non sempre reddito e risparmi sono sufficienti a comprare casa, visti i prezzi da capogiro: e così Bolzano è terra di persone «appese al mutuo», con una rata mensile media che sfiora i 1.200 euro. Così come sono elevati gli affitti (1.210 euro di media per cento metri quadri). Preoccupazioni economiche che generano stress, da combattere (anche) con l’esercizio fisico: grazie alle montagne accessibili e a strutture top, Bolzano e Trento (prima assoluta) sono ai vertici degli indici di sportività. Mens sana in corpore sano? Non proprio. Bolzano risulta agli ultimi posti in Italia per librerie e cinema. Una buona lettura o una commedia in compagnia non basteranno. Ma forse aiutano.
Ossessione casa Depositi pro capite quasi da record, ma lo è anche l’entità della rata del mutuo